Annalisa Strada, Una sottile linea rosa, Giunti
MIGLIOR LIBRO OLTRE I 15 ANNI

Le motivazioni della giuria:
Per una storia che, con competenza e profonda sensibilità e delicatezza, affronta il tema delle scelte e degli affetti, soffermandosi coraggiosamente sulle dinamiche emotive intorno a una maternità inattesa. Per la capacità di riportare sulla pagina un linguaggio adolescente, senza forzature.

[recensione di Caterina Ramonda, da Andersen 311 – aprile 2014] – Perla è una sportiva, miglior tempo provinciale sui 1500 m, allenamento a kick boxing, una che sa prenderle e darle. Ma negli afosi giorni di agosto che ci racconta incassare è decisamente più difficile, specie se quel che le è capitato non ha l’aura di un avvenimento speciale, ma quasi banale non fosse per la sua età. Perla ha sedici anni ed è incinta. La striscia rosa del titolo è quella del test di gravidanza che guarda rinchiusa nel bagno insieme ad Allegra. La reazione dell’amica è lagnarsi di non sapere nulla dell’accaduto (una sveltina nei bagni della palestra con Cesare, il rugbista più fico della squadra), seguita a ruota dalla raffica di domande su come abbia potuto non pensarci. La reazione di Perla è una semplice constatazione a mente fredda: “ho commesso l’errore di aprire le gambe con uno con cui avevo parlato troppo poco”, unita al pensiero di aver avuto davanti il ragazzo per cui spasima da anni, con cui ha bevuto la prima birra fingendosi consumatrice abituale, che le ha mandato in pappa il cervello e che in realtà non la considera altro che una che in quel momento “lo prendeva”. Il racconto descrive dubbi, domande e le reazioni degli altri: Cesare, che prima non le crede, poi la insulta; Allegra, che sta vivendo il gioioso inizio di una storia d’amore; la madre, una che organizza le vite altrui e non permette di essere contraddetta, e il clima in casa, costantemente teso. La scelta per confidarsi cade sullo zio, che prova a sdrammatizzare e racconta di sé, dandole coraggio per affrontare le urla della madre e le sberle del padre. Il romanzo ha il pregio – decisamente non scontato – di raccontare. Non prende una posizione netta se non quella del rispetto della situazione, non nasconde, non edulcora e porta il lettore fin sulla soglia della porta dietro cui Perla deciderà del futuro. Il tutto narrato con un linguaggio che è proprio quello che userebbe una sedicenne, riportato senza forzature e senza scimmiottamenti, in cui si sente davvero la voce della protagonista.

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Le recensioni di tutti i vincitori