Miglior albo illustrato Premio Andersen 2016

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Gilles Bachelet
IL CAVALIERE PANCIATERRA
Il Castoro

Per l’irresistibile misura comica di una vicenda inaspettata e incalzante. Per la sorniona e meditata bellezza delle immagini ricche di echi e citazioni che ne fanno un “libro per tutti”. Per l’implicita lezione attorno alla stupidità e all’inutilità della guerra.

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La recensione di Anselmo Roveda su ANDERSEN 329 (gennaio-febbraio 2016):
Il Cavalier Panciaterra è un nobile medioevale dal piglio sicuro. Battagliero e risoluto è pronto a dar pugna per difendere i confini del proprio feudo. Guai all’antagonista Cornomolle che ha azzardato l’invasione dell’aiuola delle fragole! Non c’è da indugiare e il nostro cavaliere non indugia (o forse magari sì, solo un pochino, giusto il tempo dei baci alla famigliola). Ad ogni modo è una giornata di gloria, così si scaraventa giù dal letto al primo canto del gallo e, evase lestamente le routine quotidiane, si precipita al campo di battaglia… solo che, tra una cosa e l’altra, arriva dinnanzi alle schiere avversarie all’ora di pranzo. Gli eserciti concordano una pausa, tempo di rifocillarsi; ma dopo il picnic, si sa, non si può che pennicare… fin quasi al tramonto. Toccherà rimandare l’agone all’indomani. Il giorno successivo pare annunciarsi nel medesimo modo. Il nostro cavaliere, così come il suo antagonista, del resto è un gasteropode, una lumaca insomma; chiocciola ma pur sempre lumaca. Ma non è lento, è solo intrinsecamente pacioso; un guerriero capace di dare misura alle cose: gli affetti, un buon bagno, un po’ d’esercizio fisico, la corrispondenza, l’alimentazione, le gentilezze al prossimo… E poi gli imprevisti, sono sempre in agguato. Normale perdersi un po’. Bachelet disegna un esilarante albo, giocato tutto sulla pretesa sovversione e poi conferma delle caratteristiche attribuite alla bestiola; lo fa usando una narrazione serrata e spedita, gustosamente ironica nella lingua, contrapposta alla placida scansione della quotidianità (di affetti e cose, cercate il calzascarpe!) rappresentata nelle figure. Figure nelle quali sarà divertente andare alla ricerca di citazioni e rimandi al mondo fiabesco, ma non solo a quello. Troverete facilmente Cappuccetto Rosso, una partita a scacchi con la morte Bergman style e forse Raperonzolo, ma a successive letture – a cercare negli angoli, nei dettagli e negli orizzonti – scoverete l’assalto donchisciottesco ai mulini a vento, il Babar di Brunhoff in salsa escargot, tre briganti alla Ungerer e chissà cos’altro ancora. Prendetevi tempo, proprio come il nostro cavaliere, per affettuosi baci bavosi. Votatevi come lui a San Procrastino (con occhiali assai simili a quelli dell’autore)!

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