IL PIANETA DEGLI ALBERI DI NATALE di Gianni Rodari

Tra i dieci romanzi consigliati da Andersen per raccontare il Natale, non poteva mancare Il pianeta degli alberi di Natale di Gianni Rodari, illustrato da Bruno Munari. Pubblichiamo la recensione dal nostro archivio, uscita nel 2008 a firma di Pino Boero:

Non v’è dubbio che a ventotto anni dalla morte dell’autore i testi di Gianni Rodari conservino intatta la loro freschezza e soprattutto dimostrino – come autentici classici – la loro capacità di adeguarsi a modi diversi di utilizzazione anche grazie al sapiente gioco di quanti si sono succeduti nella loro illustrazione: per chi come me era abituato alle allusive ed essenziali immagini di Bruno Munari fu certo un’esperienza nuova (e positiva dal punto di vista della rilettura) vedere nei primi anni Novanta del secolo scorso testi fondamentali come Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori illustrati dal segno e dal ricco colore di Altan.

Einaudi Ragazzi che oggi, grazie alla recente acquisizione anche dei testi rodariani degli Editori Riuniti, avrà in catalogo l’opera omnia dello scrittore di Omegna, ci ha dunque abituati ad operazioni di restyling di grande intelligenza e di indubbia efficacia dal punto di vista della godibilità delle storie: gli albi per i più piccoli con storie singole di Rodari hanno trovato in questi ultimi anni la giusta misura in illustratori come Nicoletta Costa capace di offrirci in Le favole a rovescio un’interpretazione di una bella fiaba rodariana esemplare per nitidezza e piacere del racconto.

A maggior ragione appare opportuna la riedizione delle opere con le originali illustrazioni di Munari; dopo Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono e Il libro degli errori è ora la volta di Il Pianeta degli alberi di Natale, un romanzo che ha quasi cinquant’anni (uscì come La strenna di Paese Sera nel dicembre 1959) e non li dimostra: l’invenzione di un fantastico “paese della cuccagna”, dove la vita si svolge senza conflitti e ognuno ha secondo il proprio bisogno senza sfruttare il lavoro degli altri grazie ai progressi di una scienza al servizio dell’intera comunità, possiede una straordinaria attualità proprio grazie ai valori utopici che stanno alla base dell’invenzione narrativa; dire ai bambini, divertendoli, che si può crescere senza diventare schiavi dell’egoismo, del consumismo, del profitto ad ogni costo è – ieri come oggi – una bella scommessa pedagogica che dovrebbe far riflettere anche gli adulti educatori.
(pino boero – ANDERSEN 254 | dicembre 2008)