L'ARTICOLO DEL MESE

Italians. Libri e autori italiani nel mondo di Anselmo Roveda

italians banner

L’autore italiano più tradotto al mondo è un topo. Distinto ed elegante, ma pur sempre un topo. Nessuna criptica o palese traslazione metaforica con intento denigratorio, nessun paragone tra umani e ratti. Già, perché esattamente come la pipa di Magritte non è una pipa così lo scrittore italiano per ragazzi più tradotto è un topo: Geronimo Stilton. Il bestsellerista topesco è sbarcato negli anni in decine di paesi, Regno Unito e Stati Uniti compresi. Prima e dopo di lui, pochi altri scrittori italiani possono vantare medesima fortuna.

La letteratura, e non solo per ragazzi, espressa in italiano del resto sconta – sul piano editoriale oggi meno di un tempo, lo vedremo – lo status complessivo della lingua di Dante: riconosciuta come colta, è pur sempre l’idioma del melodramma, e dal suono piacevole ma poco frequentata internazionalmente (fatti salvi alcuni ambiti: ancora la musica, l’enogastronomia, la moda, un tempo la marineria). Anche in ragione della relativa esiguità dei madrelingua rispetto al panorama globale: 64 milioni circa (ticinesi, sanmarinesi e istriani compresi) su 7 miliardi abbondanti di terrestri (7.260.877.707 nell’istante in cui scrivo, almeno secondo l’utile e un poco inquietante worldometers.info). Il dato sull’esiguità numerica non è però oggi, in relazione alle dinamiche di produzione editoriale globale, scusa sufficiente se è vero che lingue numericamente assai più deboli – il nederlandese con venti milioni di parlanti; il catalano e lo svedese entrambi intorno ai dieci milioni; il finlandese, lingua del paese ospite della Buchmesse, con cinque milioni;  perfino l’islandese con i suoi trecentoventimila locutori – vantano una discreta diffusione internazionale in ambito letterario grazie a programmi, costanti e consolidati, di sostegno alla traduzione. Sarebbe bello e utile, per tutta la filiera del libro e forse pure per il Paese, coltivare simili politiche anche nei nostri paraggi.

In realtà, lo anticipavo qualche riga sopra, il numero delle traduzioni dall’italiano, dei diritti ceduti all’estero e delle coedizioni internazionali è cresciuto significativamente negli ultimi anni, con la letteratura per ragazzi e gli illustrati a guidare la tendenza. In uno degli ultimi documenti dell’AIE (Associazione Italiana Editori) sull’internazionalizzazione della nostra editoria, infatti, possiamo constatare come nel decennio 2001-2011 si sia passati complessivamente da 1.800 a 4.629 titoli venduti all’estero; con i libri per bambini a rappresentare il 23,7% dell’export, e i libri illustrati un altro 14,5%. Con un incremento costante, che ha premiato tanto le produzioni massmarket quanto i progetti di qualità, soprattutto sul versante dell’illustrazione (si pensi allo sforzo in questo senso di alcuni piccoli editori indipendenti). Per quel che concerne l’illustrazione, proprio in virtù del linguaggio, la scuola italiana gode però di una perdurante accessibilità e considerazione sul mercato internazionale, basti citare alcuni imprescindibili come Bruno Munari e Leo Lionni, alcuni maestri come Roberto Innocenti, Gianni De Conno, Chiara Carrer, Lorenzo Mattotti o alcuni contemporanei come Beatrice Alemagna, Alessandro Sanna e Pia Valentinis, tra gli altri. Per la letteratura tout court, per i soli testi, il discorso si fa più complesso e anche alcuni autori amati e riconosciutissimi in Italia faticano a trovare giusta e continuativa collocazione in altre lingue, inglese in primis. Più facile, almeno storicamente, la presenza nelle lingue romanze (francese e spagnolo innanzitutto) o in tedesco piuttosto che nella lingua di Shakespeare. Negli ultimi anni, a onor del vero, anche questo tabù pare infranto, grazie ad alcune produzioni immediatamente appetibili internazionalmente, prima con i fantasy di Silvana De Mari quindi con la proposta di serie come quelle di Pierdomenico Baccalario (Century, Ulysses Moore o La Bottega Battibaleno divenuta Enchanted Emporium) e Licia Troisi (recente l’avvio di Chronicles of the Overworld, traduzioni di Cronache del Mondo Emerso). Ma si tratta di casi rari e di fenomeni riconoscibili. Per il resto, anche allargando rispetto al mondo anglosassone e sbirciando le disponibilità su amazon.com, le uniche eccezioni – oltre a classici di epoche diverse, con Collodi e Calvino pure in inglese, e a qualche serie per più piccoli come quelle “calcistiche” di Luigi Garlando – sono rappresentate da Roberto Piumini, massicciamente tradotto, e da Davide Calì, autore pienamente internazionale anche in sede di proposta di prime uscite (molti dei suoi titoli escono direttamente all’estero). Altri scrittori italiani di indubbio, alto o riconosciuto, valore – Bianca Pitzorno, Giusi Quarenghi, Guido Quarzo, Silvana Gandolfi, Angela Nanetti, Beatrice Masini, Guido Sgardoli, Fabrizio Silei – hanno invece scarsa visibilità internazionale o presenze sporadiche e discontinue, seppur talvolta spalmate in svariate lingue: dal francese al giapponese, dal tedesco al turco, dallo spagnolo al greco, dal nederlandese al coreano. In inglese troviamo in buon numero solo opere di Roberto Piumini e più rare incursioni di altri. In francese e in spagnolo qualcosa e qualcuno di più; con alcuni autori, Nanetti e Gandolfi ad esempio, amati pure oltralpe da critica e pubblico.

La rivista “Andersen” da un decennio è impegnata sul piano internazionale a promuovere gli autori e l’editoria italiana all’estero; lo facciamo, oltre all’annuale appuntamento con la Buchmesse, con mostre e conferenze che ci hanno portato ai quattro angoli del pianeta. Oltre all’illustrazione cerchiamo di raccontare, ed è assai più difficile, la qualità della narrativa italiana. Diversi scrittori italiani, molti dei quali premiati in questi anni con l’Andersen, meriterebbero lettori internazionali, magari anche in inglese.
Con un balzo a ritroso si può partire da alcuni autori che al di là del giudizio individuale costituiscono le basi del canone della letteratura per ragazzi italiana: Carlo Lorenzini in arte Collodi, Edmondo De Amicis, Emilio Salgari, Vamba. Nel cuore del Novecento si collocano invece due maestri come Gianni Rodari e Italo Calvino, sempre per tacere dell’illustrazione e della grafica. A seguire, dalla seconda metà inoltrata del secolo, troviamo alcuni autori impostisi come evergreen e riferimento per le nuove generazioni: Beatrice Solinas Donghi, Donatella Ziliotto, Mino Milani, Marcello Argilli, Altan, Pinin Carpi, Roberto Denti, Bianca Pitzorno, Emanuela Bussolati e Roberto Piumini. Dopo di loro una generazione, letteraria e non necessariamente anagrafica, che rappresenta la stagione della piena fioritura di un panorama ricco e complesso: Giusi Quarenghi, Bruno Tognolini, Anna Lavatelli, Guido Quarzo, Anna Vivarelli, Angela Nanetti, Silvana Gandolfi, Sebastiano Ruiz Mignone, Ferdinando Albertazzi, Alberto Melis, Silvia Roncaglia, Alfredo Stoppa, Teresa Buongiorno, Vanna Cercenà; presto seguiti da Beatrice Masini, Luisa Mattia, Janna Carioli, Sofia Gallo, Lodovica Cima, Antonio Ferrara, Andrea Valente, Luigi Dal Cin, Fulvia Degl’Innocenti, Gek Tessaro, Cosetta Zanotti, Guido Sgardoli, Chiara Carminati, Fabrizio Silei. Per arrivare a recenti, prime o convincenti, prove di alcuni autori giovani, alcuni solo editorialmente, come Sara Boero, Susanna Mattiangeli, Sergio Rossi, Carolina D’Angelo, Annalisa Strada, Matteo Corradini, Luigi Ballerini, Zita Dazzi, Silvia Vecchini, Michele D’Ignazio, Tommaso Percivale, Annamaria Gozzi.
Ora tocca agli editori e agli agenti internazionali spulciare, scovare, leggere, innamorarsi delle tante buone storie che arrivano dall’Italia. E tocca all’Italia del libro e della cultura promuovere accessibilità alla nostra lingua e alla nostra letteratura. 

 
The most translated Italian author in the world is a mouse. A distinguished and stylish one, but a mouse nonetheless. This is not a cryptic or denigrating metaphor: there’s no comparison between men and mice. It’s exactly like Magritte’s pipe, which is not a pipe: the most translated Italian author in the world is a mouse, Geronimo Stilton. The bestseller mouse reached tens of countries, even the UK and the USA. Before and after him, few Italian writers have experienced such a success. Italian literature – not only children’s books – pays its dues to its history: the Italian language is still considered a cultured one: it’s the language of the opera, it’s melodious but a little obscure on an international level (except for some areas, such as music, cookery, fashion and, in the past, sailing). The underlying reason of that is the scarceness of Italian mother tongue speakers in the world: about 64 million people (including those from Ticino, San Marino, Istria) in a world of 7 billion human beings (7.260.877.707 while I’m writing, according to the useful but a little disquieting worldometers.info). Considering the dynamics of global publishing, this element is still not enough to justify the situation: since languages numerically weaker – like Dutch with twenty million speakers; Catalan and Swedish both around ten million; Finnish, the language of the Buchmesse guest of honor, with five million spekers; even Icelandic with three hundred and twenty thousand speakers – have a good international diffusion thanks to constant and consolidated programs supporting translation. In Italy, such a policy would be useful and convenient for the publishing industry and perhaps for the whole country too.
However, the number of translations from Italian, rights sold abroad and international co-editions have significantly grown in the last few years with children’s books and picture books leading the trend.
Considering a research on the globalization of our publishing industry conducted by AIE (the Italian association of publishers), it’s easy to find out that between 2001 and 2011 the number of titles sold abroad increased from 1.800 to 4.629. Children’s books represent 23,7% of the export market and picture books 14,5%. A constant increase that benefitted both the mass market and high quality projects, especially as regards illustration (in this sense the effort of small independent publishers is emblematic). As far as the illustration is concerned, Italy enjoys widespread appreciation, thanks to great masters of the past such as Bruno Munari and Leo Lionni, and contemporary ones such as Roberto Innocenti, Gianni De Conno, Chiara Carrer, Lorenzo Mattotti, Beatrice Alemagna, Alessandro Sanna, Pia Valentinis, to name a few.
Regarding literature, the situation is more complex: some of the most famous and appreciated writers have a hard time trying to gain stable recognition in other languages, first of all in English. Their presence in the Romance languages (especially in French and Spanish), or in German, seems to be easier than in Shakespeare’s tongue.
In the last few years, to be honest, also this “taboo” seems to have been broken, thanks to some products instantly attractive on an international level – starting with Silvana De Mari’s fantasy books, then proceeding with Pierdomenico Baccalario’s books (Century, Ulysses Moore, Enchanted Emporium) and Licia Troisi’s (Chronicles of the Overworld). But these are rare cases and recognizable phenomena.
Otherwise, also looking beyond the Anglo-Saxon world and taking a look at what’s available on amazon.com, the only exceptions – in additions to classics such as Collodi and Calvino, also translated into English, and to some football-themed series by Luigi Garlando – are Roberto Piumini, whose work is extensively translated, and Davide Calì, who is a true international author, with some of his books directly published abroad.
Other Italian writers – though held in very high esteem in Italy – Bianca Pitzorno, Giusi Quarenghi, Guido Quarzo, Silvana Gandolfi, Angela Nanetti, Beatrice Masini, Guido Sgardoli, Fabrizio Silei – have little international exposure, or enjoy brief and sporadic success out the country at times in very different languages: from French to Japanese, from German to Turkish, from Spanish to Greek, from Dutch to Korean.
In English we can find a large amount of Roberto Piumini’s works and not much else. In French and Spanish something more is available, and a few writers, Nanetti and Gandolfi for example, are appreciated by public and critics beyond the Alps as well.
Andersen magazine has engaged itself for over ten years now in promoting on an international scale the Italian publishing industry; we do that, not only at the annual meeting at the Buchmesse, but also with exhibitions and lectures which led us to the four corners of the world. Besides illustration we try to present the quality of the Italian fiction, which is much harder. Several Italian writers, many of whom have been awarded the Italian Andersen Prize, should have international readers, in English as well.
Looking back we can start with some authors who – regardless of personal opinions- are the basis of Italian children’s literature: Carlo Lorenzini aka Collodi, Edmondo De Amicis, Emilio Salgari, Vamba.
In the middle of the Twentieth century we find two great masters such as Gianni Rodari e Italo Calvino, not to mention those who have excelled in illustration and graphic.
After them, in the second half of the century, some authors became a point of reference for the new generations: Beatrice Solinas Donghi, Donatella Ziliotto, Mino Milani, Marcello Argilli, Altan, Pinin Carpi, Roberto Denti, Bianca Pitzorno, Emanuela Bussolati, and Roberto Piumini. Then a rich and complex period ensued, represented by Giusi Quarenghi, Bruno Tognolini, Anna Lavatelli, Guido Quarzo, Anna Vivarelli, Angela Nanetti, Silvana Gandolfi, Sebastiano Ruiz Mignone, Ferdinando Albertazzi, Alberto Melis, Silvia Roncaglia, Alfredo Stoppa, Teresa Buongiorno, Vanna Cercenà; followed by Beatrice Masini, Luisa Mattia, Janna Carioli, Sofia Gallo, Lodovica Cima, Antonio Ferrara, Andrea Valente, Luigi Dal Cin, Fulvia Degl’Innocenti, Gek Tessaro, Cosetta Zanotti, Guido Sgardoli, Chiara Carminati, Fabrizio Silei. And finally there are the most recent works of those who are younger either of age or as a writer: Sara Boero, Susanna Mattiangeli, Sergio Rossi, Carolina D’Angelo, Annalisa Strada, Matteo Corradini, Luigi Ballerini, Zita Dazzi, Silvia Vecchini, Michele D’Ignazio, Tommaso Percivale, Annamaria Gozzi. Now it’s up to publishers and international agents to search for, find, read and fall in love with the many first-class stories coming from Italy. And it’s up to the Italy of books and culture to promote our language and literature.

[da Andersen 316, ottobre 2014. Scopri il resto del numero qui]

Scegli ANDERSEN, Abbonati Subito