dall'Archivio

Il libro per ragazzi di Liliana Segre, testimone della Shoa e senatrice a vita

giorno della memoria liliana segre

 

In occasione della nomina di Liliana Segre, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, pubblichiamo la recensione uscita sulla rivista Andersen n.320 – marzo 2015. Abbonati ora per sostenere la rivista.

Fino a quando la mia stella brillerà di Liliana Segre con Daniela Palumbo (Milano, Piemme, 2015, pp. 200, euro 15,00)

Liliana è una bambina amata e coccolata: vive con i nonni Olga e Pippo (un adorabile signore con cui la nipotina ascolta di nascosto le commedie romantiche alla radio) e il giovane papà, un vedovo sensibile che si dedica anima e corpo alla figlia, la sua principessa. La sua esistenza scorre tranquilla tra giri in carrozza, giochi con le amiche, vacanze al mare. Un giorno questo mondo dorato si incrina: siamo nel 1938 e, attraverso le leggi razziali, la Grande Storia irrompe nella vita della famiglia Segre e inizia piano piano ad avvelenarla. Liliana non può più andare a scuola, si deve trasferire in campagna con la famiglia per sfuggire ai bombardamenti e infine deve scappare in Svizzera con il papà, in un ultimo disperato tentativo di salvarsi. Tutto inutile: padre e figlia sono fermati alla frontiera e mandati ad Auschwitz.

Liliana ci entra nel 1944, a dodici anni. Ne uscirà l’anno dopo, mentre il padre non farà mai più ritorno a casa. Questa è la storia di Liliana Segre, l’unica sopravvissuta ai campi di sterminio del convoglio partito quel 30 gennaio del 1944 dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano e per la prima volta viene raccontata in un libro. Liliana dal 1990 è testimone dell’Olocausto ed è andata in tantissime scuole d’Italia a parlare di quello che ha vissuto.

LEGGI ANCHE: Quattro proposte per il Giorno della Memoria

Il testo è nitido e potente come le sue parole (chi ha avuto la fortuna di ascoltarla dal vivo potrà constatarlo): ogni momento della sua vita nel lager rimane scolpito dentro chi la legge. Il libro si scorre velocemente, tutto d’un fiato, perché fin dalle prime pagine si presagisce la tragedia e si vuol sapere come la bambina abbia fatto a sopravvivere. In mezzo a tanto orrore e a personaggi mostruosi come i gerarchi nazisti, spiccano le figure dei giusti: la cameriera Susanna, che rimane fedele ai Segre fino a mettere a rischio la sua sicurezza, il signor Pozzi, fornitore dell’azienda del padre che si offre di nascondere la bambina nonostante sia contro la legge, i detenuti di San Vittore che solidarizzano con gli ebrei ingiustamente incarcerati.

Il libro è scritto insieme a Daniela Palumbo, giornalista e scrittrice che con Piemme ha pubblicato Le valigie di Auschwitz, vincitore dell’edizione 2010 del premio letterario Il Battello a Vapore. Lettura caldamente consigliata a tutti i ragazzi dalle medie in su: la speranza della narratrice è che anche solo una minima percentuale dei giovani che leggeranno la sua storia si trasformino in “tenaci avamposti di pace” per fare in modo che tragedie del genere non si ripetano più.

(zelia pastore)

DALLA RIVISTA: Su Andersen n 349 (gennaio-febbraio 2018) sono recensite le ultime novità editoriali: Anne Frank – Diario di Ari Folman e David Polonsky (Einaudi); Arpad Weisz e il Littoriale di Matteo Matteucci (Minerva); Il violino di Auschwitz di Anna Lavatelli e Cinzia Ghigliano (Interlinea); La pioggia porterà le violette di maggio di Matteo Corradini (Lapis)

rivista andersen

ABBONATI ALLA RIVISTA ANDERSEN 
(anche con la Carta del Docente)