L'ARTICOLO DEL MESE

Storie scandinave: Cristina Gerosa racconta i Miniborei di Vera Salton

Questo articolo è apparso su Andersen n.347. Abbonati ora per sostenere la rivista.

Lunghi e stretti, la misura di una lettera, una banda colorata da cui il titolo spicca agli occhi del lettore, una carta scelta con cura per la stampa e una traduzione impeccabile: da trent’anni Iperborea si incontra sugli scaffali delle librerie di varia, arrivando a conquistare il grande pubblico. Grandi autori dell’area nordica hanno accompagnato in questi anni i lettori, nomi a volte conosciuti al pubblico della letteratura per l’infanzia, come Tove Jansson, l’autrice dei Mumin che Donatella Ziliotto portò in Italia negli anni ‘60 per Vallardi e che poi la seguirono nell’esperienza de “Gl’Istrici” di Salani. O scrittori che da classici definiti, dai più, per ragazzi hanno preso ispirazione, come Björn Larsson con il suo pirata Long John Silver (La vera storia del pirata Long John Silver, Iperborea, 1998; e L’ultima avventura del pirata Long John Silver, Iperborea, 2013).

La primavera di quest’anno aveva portato sugli scaffali delle librerie una bellissima collana, Luci, con l’idea di portare le vette più alte della letteratura scandinava, le cui copertine spiccavano per l’eleganza delle incisioni su linoleum curate a mano da XxY studio, sempre mantenendo il formato editoriale Iperborea. Proprio a loro è stato affidato il compito di pensare grafica e misure di una collana per bambini, i “Miniborei”, che inizia le sue uscite ora in autunno, il formato appena più largo tanto da permettere al bambino una maggiore manualità, una fisicità della carta di copertina, la Fedrigoni Brussolin, una qualità della stampa e della carta che mantengono la tradizione della casa editrice a fronte di un prezzo contenuto, e un logo che fa una piroetta su se stesso e diventa un pesciolino.

Di tutto questo ci parla Cristina Gerosa, direttore editoriale di Iperborea, occhi che si illuminano quando al primo incontro insieme a Pietro Biancardi e Emilia Lodigiani ci racconta questa nuova avventura.

Una casa editrice che da trent’anni pubblica libri per adulti, arrivando a ritagliarsi un posto importante per qualità e scelte nello scenario editoriale, come mai la scelta di pubblicare ora per ragazzi?

Come spesso accade nel nostro lavoro siamo arrivati a questa scelta per una serie di innamoramenti, di casi e coincidenze fortuite: prima di tutto l’incontro con uno dei più grandi autori di letteratura per l’infanzia del Nord Europa, Ulf Stark, avvenuto tempo fa, qui a Milano, in occasione di un seminario di traduttori. Conoscere Ulf fu un vero e proprio colpo di fulmine! Oltre a questo, Emilia Lodigiani, fondatrice di Iperborea, ci raccontava sempre come il suo grande amore per la letteratura nordica fosse nato proprio dalle letture da bambina (scrive la Lodigiani in un dialogo con Claudio Magris “Il mio amore per il Nord viene da lontano, maturato a tappe. La prima immagine un po’ mitica della Scandinavia me l’avevano creata i Mumin, gli scanzonati, anarchici e nevrotici ‘troll’ filosofi di Tove Jansson, l’imprevedibile e geniale Pippi Calzelunghe di Astrid Lindgren, e Bibi, l’undicenne figlia di capostazione di Karin Michaëlis che poteva girarsene da sola in treno per tutta la Danimarca. Era l’idea di un mondo anticonvenzionale di libertà e indipendenza, di una natura magica e selvaggia e una società in fondo rassicurante, in cui curiosità, fantasia, amicizia e spirito di avventura erano i soli requisiti richiesti per cavarsela sempre nella vita. Identificavo il Nord con la felicità dell’infanzia, già evidentemente vittima del suo fascino letterario”).

Io poi mi sono ritrovata in questi ultimi anni a vivere con due voraci ed esigentissimi lettori (Giame e Diego, figli del mio compagno) con cui ho letto e scoperto moltissimi libri che mi hanno fatto innamorare a mia volta di questa specialissima letteratura.

I “Miniborei” sono stati anche una richiesta da parte dei nostri lettori, che da tempo alle fiere e durante gli eventi ci chiedevano di avventurarci nel mondo della letteratura per ragazzi. La spinta finale è venuta dagli ottimi risultati degli ultimi anni e dal restyling del 2015; ad un certo punto io e Pietro Biancardi, figlio di Emilia e dal 2014 editore di Iperborea, ci sentivamo pronti anche a disegnare una nuova collana, a cambiare formato e a esplorare un nuovo settore che ci è parso sempre tra i più ricchi, fertili, divertenti e creativi della cultura del Nord Europa.

Iperborea ha una tipicità molto forte nel panorama editoriale, quanto di questo modo di intendere il mondo ci sarà in questa avventura?

Una grandissima cura del testo e delle traduzioni, e una speciale attenzione anche alle illustrazioni interne (tutti di artisti e illustratori nordici, classici e contemporanei), alla carta e alla qualità del libro come oggetto. Nei “Miniborei” i lettori ritroveranno molto del catalogo Iperborea: la mia impressione è che anche nella letteratura nordica per ragazzi ci siano tutte quelle caratteristiche specifiche della cultura del nord che amiamo e cerchiamo anche nella letteratura per adulti: l’ambientazione e le radici locali, l’attenzione per la natura, gli animali e l’ecologismo, le istanze etiche e sociali, il senso di responsabilità civile e soprattutto un’ironia davvero speciale e una capacità narrativa e immaginifica che viene da lontano, fin dalle saghe medievali, dalla lettura della Bibbia, dalle fiabe e dalla tradizione orale. Continueremo a seguire l’unico vero criterio di scelta della casa editrice: il libro deve piacere a noi e avere qualcosa di forte, di vero e di profondamente umano da raccontare.

Nella letteratura per ragazzi che conosciamo dei paesi del nord c’è anche un modo di intendere l’infanzia che conosce una libertà, una schiettezza e una ironia che hanno fatto scuola, non è un caso la vostra scelta di pubblicare la Lindgren. Quanto assomiglia e quanto può parlare ai bambini e ai ragazzi italiani questa letteratura?

Abbiamo inserito la raccolta Greta Grintosa tra i primi titoli della collana perché crediamo che Astrid Lindgren abbia ancora tanto da dire ai bambini di oggi. Il suo modo divertente e lieve, mai superficiale, di confrontarsi con i veri problemi della vita e della società, la sua totale fiducia nell’avventura e nella libertà, nell’intraprendenza e nell’immaginazione, la sua fantasia prodigiosa, il suo linguaggio spiazzante e sempre creativo rappresentano un modo di intendere l’infanzia purtroppo non così sempre riconosciuto nel nostro paese. Temi come l’educazione, le costrizioni a cui i bambini a volte sono sottoposti, le meraviglie del quotidiano, la (scomoda) necessità di crescere, il rapporto con l’autorità sono spesso alla base di una visione del bambino e della vita che ha ancora molto da dire.

Prima parlavi di traduzione, il traduttore è una figura su cui avete negli anni puntato molto e il vostro catalogo, fra l’altro, già include bellissime opere per adulti di una grande autrice anche per ragazzi come Tove Jansson, per la quale la scelta della parola era qualcosa di importantissimo. Quanto conta per voi la traduzione?

Tove Jansson è una delle mie scrittrici preferite. In effetti c’è molto debito anche nei suoi confronti in questo progetto e tra l’altro, contestualmente ai primi libri dei “Miniborei”, uscirà anche il primo volume delle strisce a colori dei Mumin che abbiamo deciso di riprendere. Tornando alla traduzione, ovviamente per una casa editrice che pubblica solo libri tradotti da altre lingue, e non tra le più comuni, ci deve essere una cura maniacale per la traduzione. In generale dedichiamo moltissima attenzione alla qualità delle traduzioni, alla ricerca di nuovi traduttori e alla migliore resa del testo nella nostra lingua. Uno speciale grazie in questo progetto va a Laura Cangemi, grande traduttrice, amica e collaboratrice “storica” di Iperborea, il suo aiuto e i suoi consigli sono stati preziosi.

Tre titoli in uscita, tre scelte molto chiare di non rincorrere il mercato ma di puntare su qualità e libri sconosciuti ma che nel grande nord sono dei classici, quali saranno le prossime scelte editoriali?

La nostra idea è di pubblicare 5/6 titoli all’anno di importanti autori contemporanei o di classici da riscoprire: nel 2018 pubblicheremo il primo volume della serie di Katitzi di Katarina Taikon, un splendido classico della letteratura per ragazzi svedese come I figli del maestro vetraio di Maria Gripe (pubblicato negli “Junior” Mondadori nel 1988, ndr), un libro del danese Ole Lund Kierkegaard e altri titoli di Ulf Stark. Il gruppo di Iperborea è giovane e dinamico e in questo momento siamo pieni di idee: stiamo già lavorando a molte iniziative, letture e laboratori per promuovere questi nuovi libri.

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