LE RECENSIONI DI ANDERSEN

Sei libri per innamorarsi delle parole

Tra gli oltre venti titoli recensiti su Andersen n.425, nei consueti spazi “Vetrina” e “Scaffale” dedicati alle novità editoriali, Mara Pace racconta Il caso Drilla (Rizzoli), seguito del noto longseller di Andrew Clements, in Italia tradotto da Beatrice Masini. La storia di Nick Allen – che inventa un nuovo vocabolo e convince tutti ad usarlo – celebra il potere delle parole. In questo nuovo capitolo, pubblicato postumo, Josh incontra Nick Allen ormai adulto: insieme si trovano a riflettere – dentro un’aula di scuola media, come quasi sempre accade nei romanzi di Clements – sull’importanza di affermare le proprie idee, sul coraggio, sullo spirito critico e sulle nuove tecnologie. 

“Una lettura imperdibile per chi ha amato la storia di Nick Allen” leggiamo nella recensione “ma anche un’occasione interessante per riflettere sull’autenticità di ciò che troviamo in Rete e sull’uso della tecnologia a scuola”.

Per accompagnare questa lettura, abbiamo scelto sei titoli che vanno in cerca di parole inconsuete e misteriose e giocano a inventare nuovi vocaboli per dare forma al mondo.  

Accendipensieri di Sabrina D’Alessandro (Rizzoli)
L’autrice, di recente protagonista di una mostra a San Giorgio di Nogaro (UD) presso la Biblioteca Villa Dora, raccoglie da tempo parole “smarrite” per trasformarle in oggetti e soggetti d’arte. Questo volume ne raccoglie trenta, da nubìvago a ciuffola, illustrate dai bambini e accompagnate da una riflessione sul ruolo che le parole hanno nella nostra vita, in quanto “suono che diamo alle cose del mondo”. Nell’ultimo capitolo del volume sono invece raccolti alcuni neologismi, con qualche istruzione per inventarne di nuovi. 

  

Che bella parola! di Nicola Edwards e Luisa Uribe (trad. di Giuditta Campello, Emme)
Le trenta parole intraducibili di questo libro, scelte e illustrati dagli autori, rappresentano una testimonianza viva e concreta dell’inesauribile ricchezza di ogni lingua. Scopriamo parole per descrivere chi ha sempre freddo (friolero, spagnolo), la distanza che una renna può percorrere prima di fermarsi a fare pipì (poronkueema, finlandese), l’imbarazzo quando non si ricorda il nome di una persona (tartle, scozzese) e persino l’amore perfetto, privo di gelosie e incomprensioni (ishq, arabo). In fondo al volume, il lettore trova anche una piccola guida alla pronuncia, affinché le parole possano essere lette ad alta voce. 

Saltare nelle pozzanghere di Ilide Carmignani ed Elena Battista, ill. di Anna Godeassi (Rizzoli)
Quest’altra raccolta di parole intraducibili, che condivide con il precedente volume la parola gökotta, si concentra sul vocabolario della felicità, esplorando le sue infinite declinazioni. Goya (in urdu) è ciò che proviamo quando ci lasciamo trasportare da una storia, tarab (in arabo) è la sospensione incantata in cui ci immerge la musica e il curglaff (in scozzese) è la sferzata d’energia che si prova tuffandosi nell’acqua fredda. Ogni parola è accompagnata da un’illustrazione e in fondo al libro ci sono alcune pagine bianche dove raccogliere “piccole felicità personali ancora senza nome”. 

La cosa più preziosa di Victor D.O. Santos e Anna Forlati, trad. di Vera Gheno (Terre di Mezzo)
Si prevede che delle oltre settemila lingue esistenti, la metà possa estinguersi entro il 2100. Riflettendo su tale rischio, nasce l’albo illustrato La cosa più preziosa, dove gli autori definiscono il concetto di lingua, narrano la sua origine, ne celebrano l’infinita varietà e soprattutto l’importanza di mantenerla, per conservare in vita ogni cultura, con il suo modo unico e irripetibile di interpretare il mondo. 

E se finisci le parole? di Felicita Sala, trad di Susanna Mattiangeli (Rizzoli)
Un albo illustrato che si apre con una domanda, la stessa che dà titolo al libro: a porla è una bambina, la sera prima di andare a letto, mentre il papà fissa lo schermo del cellulare. Una domanda che risveglia il genitore, invitandolo a un viaggio immaginifico verso la Fabbrica delle Parole degli Elfi. Al suo ritorno avrà con sé un dono speciale per la sua bambina, e tre parole molto importanti da sussurrarle all’orecchio. 

Iole la balena mangiaparole di Gioia Marchegiani (Gribaudo)
Ogni giorno la barca Dina attraversa le acque del mare, portando con sé un poeta che scrive e recita i suoi testi. Le parole scartate, però, non cadono nel vuoto: vengono raccolte da una balena che le trasforma in racconti da condividere con gli abitanti del mondo sottomarino. Il racconto illustrato si conclude con un invito alla scrittura: quante storie possono nascere combinando una dozzina di parole?

Selezione dei titoli a cura di Mara Pace

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