
Illustrazione da The Body Confidence Book (Settenove) di Philippa Diedrichs, ill. di Naomi Wilkinson
Pubblichiamo l’articolo di Martina Russo (Andersen n.418 – dicembre 2024) – che offre uno sguardo ampio sui libri che indagano e raccontano i corpi come nuclei di identità e come strumenti di conoscenza di sé – in occasione di Educare alla lettura 2026, progetto promosso dal Salone del Libro con Cepell – Centro per il libro e la lettura e la direzione scientifica di Simone Giusti e Giusi Marchetta: un percorso focalizzato sull’orientamento e l’educazione civica per insegnanti di ogni ordine e grado, interessati ad approfondire conoscenze e competenze nell’ambito della letteratura per ragazzi e nella formazione dei ragazzi al piacere della lettura. La riflessione che emerge da questo articolo diventa materiale di approfondimento per i corsisti di questo percorso formativo al quale contribuisce anche la nostra rivista con consigli di lettura e idee da esplorare. Per sostenere il lavoro della nostra rivista e per leggere insieme a noi tutto l’anno, visita il bookshop e sottoscrivi un abbonamento!
Dicembre 2024. Siamo ancora fatti di carne e ossa, con rare eccezioni bioniche (ma non siamo certo cyborg) il nostro guscio è rimasto lo stesso nel tempo, i generi che biologicamente ci differenziano i medesimi. Eppure il nostro corpo ci fa paura. Ci fa paura parlarne, ci fa paura dover affrontare con i più piccoli le molteplici implicazioni che parlare del corpo innesca in termini di autodeterminazione, relazioni, scoperta, ci fa paura capire che il corpo è uno strumento politico.
Ad osservare la situazione con sguardo extraterrestre verrebbe da sorridere: come può una parte di noi, quella con cui conviviamo fin dalla nascita e che, nelle sue infinite varietà ci rende unici e uguali agli altri, mettere ancora così tanta soggezione? Ma non siamo nemmeno alieni ed ecco che allora la realtà ci colpisce come uno schiaffo: possiamo far parte di una bolla di progressisti, intellettuali, professionisti open-minded ma incontreremo comunque qualche ritrosia quando si parla di corpo, intimità, educazione sentimentale (per non dire sessuale, ohibò).
Mentre scrivo queste righe la situazione è in questo senso piuttosto desolante, quanto meno a livello istituzionale: si nega l’esistenza di un problema sociale legato alla violenza di genere e si etichetta come ideologica la richiesta di una ponderata programmazione scolastica che sappia parlare trasversalmente di corpi da rispettare, sia nell’ottica di una educazione affettiva, certo, ma anche di contrasto al razzismo, al bullismo, a tutte quelle dinamiche che mettono al centro il corpo e lo rendono oggetto di meticolosa osservazione e giudizio, negativo ovviamente.

D’altra parte, però, l’esigenza di colmare una lacuna si sente eccome, a livello di collettività, di intrattenimento (si pensi a serie come Sex education e a numerosi podcast italiani e internazionali sul tema) e anche, per venire alle nostre aree di competenza, a livello editoriale.
Si intercetta un’esigenza e la si soddisfa, certamente anche a livello commerciale, ma non solo. Il panorama editoriale per bambini e ragazzi ha visto spuntare di recente sugli scaffali moltissimi titoli che, ognuno con la propria specificità, ruotano intorno al tema del corpo come identità e come mezzo attraverso il quale raggiungere consapevolezza della propria persona e, di conseguenza, anche diversi approfondimenti critici intorno a questi libri. Libri che certamente offrono risposte, ma che pongono anche tutta una serie di domande.
In questo senso il più rappresentativo tra i titoli di recente pubblicazione è Corpi sapienti dei Ludosofici e con le illustrazioni di Cristina Portolano, pubblicato da Corraini. Il testo, con la sapienza grafica che contraddistingue l’editore è una raccolta di domande e riflessioni che non mettono in dubbio la biologia dei corpi, ma osservano l’oggetto della loro riflessione con sguardo filosofico e al tempo stesso pratico. Il libro, infatti, raccoglie anche tutta una serie di attività da proporre (giochi, movimenti, spunti da condividere), partendo dalla ricerca della definizione di “corpo” (percorrendone le differenti prospettive con cui ne è declinata nel mondo la percezione: “ogni società ha un’idea diversa del corpo”), proseguendo con un’indagine intorno al modo che ha il corpo per apprendere e imparare (“c’è un solo modo di sentire”?), ragionando intorno al corpo come movimento, trasformazione, opportunità o ostacolo.
Una riflessione quasi intimista, che invita a scoprire sé stessi e a prendere confidenza con quello che non è solo un involucro da far funzionare a dovere. Medesimo spunto, immaginato anche per lettori ancora più piccoli, lo possiamo in fondo trovare anche in Sono io della taiwanese Tzu-Chun Chang (trad. di Francesco Ferrucci), edito da Camelozampa. Qui l’autrice, in una narrazione apparentemente autobiografica evidenzia cosa definisce la sua identità, differenziandola da quella degli altri individui: una mappa – quasi un labirinto – apre il volume, identificando ogni capitolo come una domanda e, al tempo stesso, una stanza di quella curiosa planimetria che è ogni singola persona. “Come mi definisco?”, “Come mi vedono le altre persone?”, “Quale è il mio ruolo nella società?”, “Come mi sento?”, sono solo alcuni degli spunti offerti per una riflessione che solo in superficie è soggettiva (l’autrice racconta il proprio personalissimo punto di vista), ma che diventa ben presto terreno fertile per una discussione universale.

Illustrazione da The Body Confidence Book (Settenove) di Philippa Diedrichs, ill. di Naomi Wilkinson
Un albo in dialogo con Io sono… io di Chiara Gregori e illustrato da Arianna Melone, pubblicato da BeccoGiallo che, tra il fumetto e il saggio, pone una serie di domande volte a scardinare stereotipi e preconcetti intorno ai temi dell’identità e, nello specifico, intorno alle etichette di “maschio” e “femmina” affibbiate a dinamiche, preferenze e comportamenti sociali e culturali, aldilà della biologia (“Ma se stiamo parlando della vita, quella che ognuno di noi si trova ad attraversare, allora questa divisione diventa debole, parziale, limitata e inutile. Forse nelle società antiche era stato vantaggioso dare dei ruoli un po’ rigidi. Decidere di destinare metà della popolazione mondiale a prendersi cura dell’altra metà, delle case e dei cuccioli poteva sembrare molto sensato. Soprattutto a chi si faceva accudire, forse”). In apertura e in chiusura del libro due riflessioni di Bianca Pitzorno che – come ricorda in postfazione – nel 1979 per La Sorgente firmò Extraterrestre alla pari, romanzo intorno alle questioni di genere per certi versi ancora molto attuale.
La situazione è cambiata, sì, certamente, ma stereotipi e tipizzazioni infatti persistono, continuando a minare la fiducia in sé stessi di molti bambini e ragazzi. Questo il presupposto da cui nasce anche un’altra recente pubblicazione, The body confidence book di Phillippa Diedrichs (traduzione di Laura Fontanella), illustrato da Naomi Wilkinson. Questo saggio/guida è pubblicato da Settenove, che fonda la propria sigla editoriale sulla lotta agli stereotipi e sull’educazione al genere. Non sarà questa la sede per elencare i titoli che nel corso degli anni hanno reso il catalogo una fonte preziosa di storie, materiali di consultazione, aggiornamento, proposta, ma l’invito è certamente quello di tenerli bene a mente quando si ragiona di questi temi.
Tornando all’opea di Diedrichs – ricercatrice di psicologia ed esperta di immagine del corpo e salute mentale – ci troviamo di fronte ad una non-fiction ricca di spunti, spiegazioni e strumenti pratici da sperimentare. L’autrice sottolinea in primo luogo il ruolo fondamentale del confronto e del paragone, sempre nocivo, declinandone anche la pericolosità sui social media. L’idea non è però quella di puntare il dito, ma di offrire un appiglio per la decostruzione di un ambiente (talvolta involontariamente) tossico, virtuale o reale. E se certo non è semplice cambiare approccio intorno ad atteggiamenti che ingenuamente giudichiamo innocenti, l’autrice viene in soccorso proponendo attività e piccoli esercizi per rendere più spontaneo uno sguardo nuovo, oltre ad un’appendice ricca di risorse e fonti online.
Una riflessione intorno al ruolo politico dei corpi, a livello sociale, culturale, di marketing e di immagine è quella condotta anche da Dalila Bagnuli con Antimanuale della bellezza e da Justin Baldoni in Diventa un uomo vero. Libri “gemelli”, editi da Sonda che declinati al femminile e al maschile offrono una chiave di lettura del mondo contemporaneo, con l’obiettivo di scardinare una visione ghettizzante e soffocante di ruoli preconfezionati dalla nascita.
Se i titoli finora citati permettono un cambio di prospettiva a livello filosofico, sociale, di consapevolezza, ci sono poi tutta una serie di recenti “manuali” pensati per lettori adolescenti (ma forse anche per gli adulti che con loro hanno a che fare!) che vanno invece ad indagare gli aspetti prettamente scientifici legati alle funzioni del nostro corpo in ambito sentimentale e sessuale. Prontuari precisi e puntuali che offrono ad occhio e croce tutte le spiegazioni possibili, senza pruderie. Le splendide illustrazioni di Benjamin Chaud corredano ad esempio Sesso. Senza tabù – senza complessi (Clichy) di Emma Strack, giornalista ed editorialista per il programma francese «Health Magazine» e divulgatrice scientifica. Quattro le sezioni di cui è composto il volume (Io e il mio corpo, Io e la mia intimità, La mia prima volta e Piccole e grandi preoccupazioni) che vanno ad approfondire la domanda delle domande, in adolescenza: è normale succeda così? E questo per quel che riguarda le dinamiche del corpo, i rapporti sessuali, le fantasie, gli imbarazzi. Un titolo enciclopedico, prezioso e importante, che va a braccetto con A nudo! Dizionario amorevole della sessualità di Myriam Daguzan Bernier – edito da Settenove e recensito da Anselmo Roveda su Andersen n. 413 (giugno 2024) – e con molti altri titoli il cui carattere divulgativo potrà forse da qui al futuro, farci avere meno paura di parlare di corpi, di amore, di sessualità, di consenso e soprattutto di rispetto.
Per i docenti: Andersen è uno strumento fondamentale per accompagnare i percorsi di educazione alla lettura, portando in classe le ultime novità editoriali, con materiali di approfondimento e spunti operativi. Il Ministero prevede anche quest’anno un rimborso del 90% per le scuole che decidono di attivare abbonamenti a riviste e quotidiani entro il 28 febbraio 2026. Come fare? Vi spieghiamo passo passo la procedura.

