Premio Leggimi Forte 2018/9 VI edizione

Sesta edizione del Premio Leggimi Forte. Il premio, distinto in due categorie, Bambini (V classe primaria e I media) e Ragazzi (II media e II superiore) viene assegnato da una giuria di oltre 250 alunni di varie scuole d’Italia. Al premio, promosso dall’Associazione For Children ed il Centro Leggimi Forte di Pomigliano d’Arco in collaborazione con Andersen, partecipano scuole della provincia di Napoli, della provincia di Modena e di Padova (Albignasego).

La sezione “Bambini” (V primaria e I sec. I grado) – quest’anno è alle prese con: Annalisa Strada e Gianluigi Spini, La resistenza dei fratelli Cervi, Einaudi Ragazzi; Alice Keller, Controcorrente, Sinnos; Sofia Gallo, La mia scuola non si tocca, Notes; Janna Carioli, La stella rossa di Ivan, Libri Volanti

La sezione “ragazzi”, quest’anno propone: Chiara Carminati, Viaggia verso, Bompiani; Giuseppe Festa, Cento passi per volare, Salani; Bernard Friot, Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita, Lapis; Luigi Ballerini, Ogni attimo è nostro, De Agostini

Le edizioni passate del Premio Leggimi Forte: V Edizione 2018IV Edizione – 2017 ; III Edizione – 2016 ; II Edizione – 2015 ; I Edizione – 2014

Qui di seguito le recensioni dei libri finalisti, selezionati dalla redazione della rivista Andersen e recensiti sulla rivista negli scorsi mesi.

SEZIONE BAMBINI

premio leggimi forte 2019

La resistenza dei sette Fratelli Cervi (Einaudi Ragazzi) di Annalisa Strada e Gianluigi Spini
Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore: così in ordine di età, dai quarantadue del primo ai ventidue del più giovane. Tutti prima torturati e poi fucilati dai fascisti il 28 dicembre del 1943. E qui, diciamolo subito a scanso di equivoci, la ben nota ferocia nazista non c’entra nulla, fu tutto gestito dai “ repubblichini”. Annalisa Strada e suo marito ne ricostruiscono le vite, intrecciandole sobriamente con le vicende sociali e politiche a partire dalla metà degli anni ‘ 30. Il libro si legge di un fiato: intenso e preciso, nitido e civile. Commovente, aggiungo. Ben venga un’opera come questa, ché nella generale smemoratezza e ignoranza di questi ultimi anni ci permette di non dimenticarci di loro e, più in generale, della Resistenza. Ma la bravura dei due autori è altresì quella di ricostruire la vita di una famiglia, mostrandone, passo dopo passo, la presa di coscienza e la crescente consapevolezza. La volontà di conoscere e di emanciparsi. La scelta, rischiosa, di passare dalla mezzadria all’affitto. Il nuovo podere da dissodare e irrigare, la sfida di comprare un trattore. Il tempo che i Cervi dedicano alla lettura e alla formazione di una biblioteca familiare dove il posto d’onore è dato dai testi che suggeriscono i modi migliori e più avanzati per coltivare la terra. Una famiglia che della tradizionale struttura patriarcale conserva solamente gli aspetti positivi e che tutto, invece, punta sulla discussione, la condivisione delle decisioni, la solidarietà. Una modernità che in particolare nel reggiano (i fratelli erano tutti nato a Campegine, mentre i Campi Rossi, il loro appezzamento, si trovava nel territorio di Gattatico) segna una netta cesura che già si era annunciata sul finire del secolo, con le lotte per il rinnovo dei patti agrari. Poi arrivano l’attività antifascista, la guerra, la caduta del fascismo, il passaggio “naturale” nella fila dei partigiani. Strada e Spini non hanno dubbi su da che parte stare ma lo fanno con misurata passione, senza enfasi e retorica,ben attenti alle valenza narrative del testo. E in tutto ciò si impongono con forza le figure dei genitori: Genoeffa e Alcide. La madre, non sopravviverà al dolore per la morte dei figli e a un secondo incendio della cascina voluto, ancora una volta, dai fascisti.Dal canto suo “ papà Cervi”, morirà novantacinquenne, nel 1970. Testimone lucido e infaticabile della memoria dei figli. Poi ci sarebbero tante altre cose da ricordare: l’epigrafe di Franco Calamandrei, la poesia di Salvatore Quasimodo, il bel libro di memorie che Alcide scrisse in collaborazione con il giornalista Renato Nicolai e Fausto Amodei che nel 1960, in occasione degli eccidi della polizia a Reggio Emilia compone una celeberrima canzone: “Sangue del nostro sangue/ nervi dei nostri nervi/ come fu quello dei fratelli Cervi”. (Walter Fochesato – Andersen n. 351 – aprile 2018)

premio leggimi forte 2019Controcorrente (Sinnos) di Alice Keller, ill. Veronica Truttero;
La casa editrice Sinnos ci ha abituato, negli ultimi anni, a scoprire storie meno conosciute di grandi personaggi che hanno fatto la storia. È quel che capita in Cattive ragazze di Assia Petricelli e Sergio Riccardi, o in Pesi massimi di Federico Appel, fumetti recentemente riediti a colori. Ed è quello che accade anche in Controcorrente di Alice Keller e Veronica Truttero, breve romanzo illustrato dedicato alle imprese sportive di Gertrude Ederle, nuotatrice americana, prima donna ad attraversare la Manica nel 1926. Un personaggio sicuramente anticonformista, in un’epoca che considerava il nuoto come una disciplina maschile: eppure fu lei, per prima, a battere ogni record, femminile e maschile, nella traversata del 1925, lungo la Baia di New York. Le vicende di Gertrude sono raccontate in questa occasione in maniera collaterale. Protagonista della vicenda, infatti, è Emily, la cugina, terza figlia in una famiglia borghese benpensante, poco entusiasta di fronte alle imprese sportive di Gertrude, di cui si hanno notizie solo attraverso il giornale del papà, visto che i rapporti familiari sono stati interrotti. L’ultima volta che Emily ha visto Gertrude era molto piccola, ma il regalo che le ha fatto non lo ha mai dimenticato: un costume da bagno, di quelli veri, senza pizzi e merletti, adatto proprio per affrontare il lago di fronte a casa. Ammirata dalle gesta di Gertrude, anche Emily decide di allenarsi segretamente: dovrà innanzitutto imparare a nuotare e poi, anche per lei, ci sarà una lunga traversata da affrontare, aiutata dal sodale – e silenzioso – Leo. Un espediente narrativo ben riuscito e ben costruito, in cui la vicenda dell’atleta rimane sullo sfondo, sussurrata quel tanto che basta per suscitare la curiosità di saperne di più. Anche la storia di Emily è godibile e suggestiva, articolata lungo un breve romanzo di formazione divertente e spiritoso. Perfetto l’equilibrio tra testo e illustrazioni, che nel volume si spartiscono equamente lo spazio. Truttero – vista alla prova, sempre in staffetta con Keller con Di becco in becco e Hai preso tutto? (Sinnos, 2016 e 2015) – sperimenta qui un segno diverso (con le bambine che ricordano, in certe tavole, le piccole ribelli di Emanuela Bussolati nelle “Storie e Rime” di Einaudi (Martina RussoAndersen 349, gennaio-febbraio 2018)


premio leggimi forte 2019La mia scuola non si tocca
 (Notes) di Sofia Gallo;

Pré d’Alpette, luogo nel quale si ambienta il romanzo di Sofia Gallo, è una borgata di montagna come ce ne sono tante nelle valli alpine e appenniniche d’Italia. L’economia tradizionale, qui legata all’allevamento di animali da latte e alla produzione del formaggio, arretra e la gente è costretta a portare il proprio lavoro e la propria competenza nei caseifici industriali di fondovalle. È quello che succede al papà di Fil; diminutivo di Filippo, il protagonista, quasi novenne, di questa storia. Fil frequenta una pluriclasse. Un’altra costante di questi paesaggi montani periferici che nel corso del Novecento furono soggetti a progressivo spopolamento. Paesaggi che diversi decenni fa i militanti della rinascita occitana nelle Alpi Occidentali paragonarono, per condizioni di marginalità e subalternità, al Terzo Mondo. Oggi la situazione è cambiata, almeno in fatto di pro positività culturale e appeal turistico, ma la marginalità della montagna resta e i problemi legati all’assenza di servizi – perfino di quelli pubblici come presidi sanitari, trasporti, posta e scuola – persistono. È così anche nella vicenda Fil, e lui è arrabbiato proprio perché la sua scuolina cesserà di funzionare alla fine di primavera. Dall’anno scolastico venturo bisognerà andare nel paese sotto, in un scuola promessa come più bella e più grande. Fil non apprezza lo stesso. E l’arrivo del nuovo maestro, il “ traghettatore” verso la scuola di fondovalle, non fa che esacerbare la situazione agli occhi del bambino. Unica consolazione l’amicizia con un selvatico, la volpe Martina. Sarà lei a confortarlo quando, disorientatosi nel bosco, dovrà passare la notte all’addiaccio. Nel frattempo però altre novità e cambiamenti sono in corso o in vista a Pré d’Alpette, compreso l’arrivo di un nuovo prete e di rifugiati africani, fatto non a tutti gradito, che si ripromettono di popolare le cascine d’alta montagna. L’avventura di Pré d’Alpette e di Filippo avrà svolta collettiva grazie ai nuovi arrivati e acme personale nella ricomposizione del rapporto con la coetanea Zelda, vicina e nemica-amica. (Anselmo RovedaAndersen n. 246, ottobre 2017)

 

Premio Leggimi Forte 2019La stella rossa di Ivan (Libri Volanti) di Janna Carioli, ill. Otto Gabos 
La notte di Capodanno del 1924 il giovane Ivan la passa nel suo piccolo villaggio natale, in una campagna russa immobilizzata dai morsi del gelo e della povertà. La sua famiglia, nostalgica dello Zar ma disposta a saltare sul carro dei vincitori bolscevichi per puro spirito di sopravvivenza, è dominata da un padre intrattabile e violento, che annega la disperazione nella vodka. Ivan, quattordicenne, sui banchi di scuola impara a memoria le poesie di un poeta di nome Majakovskij e coltiva il desiderio di lasciare tutto e scappare a Mosca, la città dei sogni. La fuga in treno e l’approdo alla Piazza Rossa sono solo l’inizio dell’avventura, una “ rivoluzione” personale che si incrocia con le mille complessità della recente storia del suo Paese: la Grande Guerra, gli scioperi di operai e contadini, la nuova coscienza proletaria, i Soviet bolscevichi, la deposizione dello Zar, l’assalto al Palazzo d’Inverno ed ora la morte di Lenin. Il viaggio lo porta per caso fra le avanguardie intellettuali e artistiche che animano la redazione del LEF e sostengono il nuovo Stato socialista, fra i quali lo stesso Majakovskij. Da loro Ivan intuisce che il valore della libertà di espressione trascende ogni forma di allineamento assoluto, anche in attrito con i dogmi della stessa rivoluzione. Il lungo percorso del protagonista permette alla narrazione di muoversi da un capo all’altro della rivoluzione sovietica cogliendone le urgenze storiche come le contraddizioni intellettuali; suggerisce e ci consegna, in questo modo, uno sguardo non viziato da pregiudizi ideologici. È questa la terza proposta nella collana “ Rivoluzioni” (i titoli già usciti: La formula esatta della rivoluzione, Odeon Campero), un progetto realizzato da Teresa Porcella e interamente affidato a Otto Gabos per le illustrazioni. I territori esplorati permettono ai ragazzi di scoprire ogni volta vicende storiche tutt’altro che prevedibili, le meno frequentate sui banchi di scuola come la rivoluzione messicana o, appunto, quella sovietica. Il puntuale contrappunto della narrazione grafica, insieme ad una impostazione per cui il testo è distribuito con leggerezza e non invade le pagine, fanno di questi libri un piacevole punto di incontro tra romanzo e graphic novel e rendono la lettura ancora più gradevole e piena di sorprese. (Fausto Boccati – Andersen n. 348, dicembre 2017)

 

SEZIONE RAGAZZI

premio leggimi forte 2019Ogni attimo è nostro (DeAgostini) di Luigi Ballerini
“Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.” Ecco, la “leggerezza” delle Lezioni Americane di Calvino mi sembra essere la cifra di questo nuovo romanzo di Ballerini – psicoanalista e scrittore – quella di chi vive con allegria, passione e intensità la vita, senza macigni di rabbia o rancori che trascinano a fondo. È inevitabile affezionarsi a Giacomo, così sincero e ironico, così capace di dare peso agli altri e insieme di guardare le proprie fragilità senza colpevolizzare e colpevolizzarsi. È la storia di un ultimo giorno – e molto più che un ultimo giorno di liceo – o quasi la sua cronaca, scandita in capitoli segnati da orari precisi, frazioni di ora che normalmente scivolano via inosservate, abituati come siamo ad essere sempre in gara col tempo a cifre tonde. Sette e trentadue, otto e quarantatré… quando mai ci si ferma a considerare queste schegge di minuti? E invece la giornata di Giacomo è proprio una raccolta di attimi di un momento speciale, quello del fatidico, temutissimo ed atteso orale della maturità. Sì perché la sera stessa dell’esame Giacomo e Fabione, l’amico di sempre, partiranno per il Salento, nonostante una caviglia rotta ed un lancinante, inspiegabile mal di testa. Mille chilometri di una notte di musica e pensieri, un’intimità che il buio e la strada aprono a quanto ancora non è stato detto: così Fabio riesce a parlare del suo difficile rapporto col padre e Giacomo di Martina e della sua paura nel sentirsi sospeso tra le sicurezze del passato e la responsabilità di costruire un futuro nel quale la prima incognita è lui stesso. Ma c’è un attimo in cui tutto si arresta con una frenata sulla corsia di emergenza: il mal di testa non era colpa dell’esame, è un’emorragia che inchioda passato e futuro in un presente definitivo. Ma anche la morte di Giacomo è attraversata con “leggerezza” e Ballerini parla in realtà con grande intensità della vita – rischiando solo di essere talora un po’ didascalico nel dipingere protagonisti fin troppo “saggi”; ogni istante è prezioso, non è una “prova generale” né ha valore in quanto attesa di altro, ma lì siamo chiamati a giocarci, sempre: “Sono stati miei quegli attimi, anche se non me li sono dati da solo né si sono interrotti per mio volere. Tutti. […] Quelli dove sono stato bene. E quelli dove sono stato bene anche quando sono stato male perché ora so che nella vita si sta sempre bene per il solo fatto che c’è, che si può crescere e costruire, che si può sempre andare avanti e sperare e lavorare perché le cose migliorino”. (Anna Pedemonte – Andersen 351, aprile 2 

premio leggimi forte 2019Viaggia verso (Bompiani) di Chiara Carminati
Pia Valentinis vanta un solido rapporto di collaborazione con Chiara Carminati e la sua scrittura. Le risulta perciò “ facile”, con i suoi disegni lievi e, al tempo stesso pungenti, regolare al meglio i versi dell’autrice ora trepidi ora malinconici, ora ironici ora risentiti. Perfetti nel mostrarci le mutevolezze “dell’età ingrata”. (Walter Fochesato) 

 

 

 

 

premio leggimi forte 2019Cento passi per volare (Salani) di Giuseppe Festa
A parte un’episodica e divertita incursione nell’“horror” con Incubo ad occhi aperti edito (2015, Piemme), i romanzi di Giuseppe Festa hanno sempre come sfondo il mondo naturale. Cento passi per volare è primo titolo della collana “I Caprioli”, nata dalla collaborazione tra Salani e il CAI, dove sui sentieri delle Dolomiti si incontrano le storie di Zefiro, un aquilotto rapito da bracconieri senza scrupoli, e Lucio, ragazzino non vedente, orgoglioso dell’autonomia di cui si è reso capace sviluppando acutamente gli altri sensi (i suoi “superpoteri”), che dovrà trovare il coraggio di confrontarsi con propri limiti trovando come la giovane aquila una nuova più matura libertà. (Anna Pedemonte, Andersen 354, luglio-agosto 2018, dov’è pubblicata l’intervista con l’autore)

 

 

 

premio leggimi forte 2019Dieci lezioni sulla poesia, l’amore e la vita (Lapis) di Bernard Friot
[dalla scheda della casa editrice] Marion è una tipa energica e ribelle. Kevin è un ragazzo flemmatico e sensibile. Costretti a frequentare un laboratorio di poesia, sono convinti che li aspetti un’estate noiosissima. Ma quei giorni diventano un caleidoscopio di sentimenti non detti nelle calde mattinate di agosto…

 

 

 

 

[Queste recensioni sono state pubblicate sulle pagine della rivista Andersen, mensile italiano di letteratura per bambini e ragazzi. Su ogni numero rubriche di segnalazione delle più interessanti novità editoriali, storie, percorsi e nuove tendenze della letteratura, dell’illustrazione e della cultura per l’infanzia, con un taglio giornalistico che invita alla riflessione e all’approfondimento anche un pubblico non esclusivamente di settore. La rivista è distribuita su abbonamento]

 

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