Per salutare Donatella Ziliotto (1932-2025) – scrittrice, editor e traduttrice che ha lasciato una traccia importante nella storia della letteratura per l’infanzia nel nostro Paese – condividiamo l’articolo scritto da Walter Fochesato in occasione del Premio Andersen 2008.
Donatella Ziliotto non è la prima volta che riceve il Premio Andersen. Un riconoscimento sempre meritato ma che in quest’occasione assume un carattere ed una valenza particolari. In tempi non certo esaltanti (non è ormai facile trovare un buon romanzo), assediati da storie troppe volte ripetitive e banali, condizionati da una serialità aggressiva e al tempo stesso modesta, significa mettere in luce e rivendicare quel che nel corso degli anni Donatella Ziliotto ha fatto per la nostra letteratura per l’infanzia. Partendo dall’esperienza pionieristica e, per più versi, rivoluzionaria del “Martin Pescatore” della Vallecchi per giungere alla lunga e fertile stagione de “Gl’istrici” e de “I criceti Salani”.
Con passione e pazienza, intuizione e competenza, ha selezionato e scelto, ha cercato e cerca libri andando a prenderli – e non è una affermazione esagerata – ai quattro angoli del mondo. Da quando scoprì gli amatissimi scrittori nordici, basti pensare ad Astrid Lindgren e al suo Pippi Calzelunghe. Penso sempre di più che talvolta siano i libri a cercarci, a presentarsi davanti a noi nelle forme più diverse e a chiedere di essere riconosciuti e accettati.
Poi, se devo pensare ad un’immagine che riassuma il grande lavoro svolto, la figura che preferisco è quella del direttore d’orchestra che da ogni strumento sa ricavare il meglio e che ha proprio il compito, suscitando talenti, esaltando professionalità, di porle tutte al servizio dell’esecuzione. E ogni libro è un piccolo o grande concerto. A Donatella Ziliotto è sempre piaciuto, quindi, non solo proporre e riproporre volumi ed autori (basti pensare a Roald Dahl che in Italia aveva avuto purtroppo ben scarsa eco) ma seguire la grafica, stabilire giudiziosi accoppiamenti e accostamenti scegliendo con cura traduttori e illustratori. Ricordo, ad esempio, l’attenzione che ha sempre posto alle mostre e ai cataloghi proprio al fine di meglio conoscere giovani illustratori da mettere alla prova nel non facile formato del tascabile. Né bisogna dimenticare che tutto questo lavoro deriva altresì da una profonda conoscenza della storia della letteratura per l’infanzia. Altro che improvvide infarinature che mal celano l’occhio bollito e l’odore sospetto di tanti pesci che il Pescatore Verde di collodiana memoria rifiuterebbe con sdegno; altro che zoppicanti conoscenze di tanti sedicenti studiosi, vecchi e nuovi! Ovviamente vi è poi la scrittura, limpida, tersa, elegante, essenziale. In un fluire di trame e racconti, che vanno dalla ricostruzione autobiografica nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza al realismo magico. I suoi sono “piccoli” libri (credo che non abbia mai superato le 100-120 pagine) che mettono in luce, non paia paradossale, la sua straordinaria generosità. Altri avrebbero allungato il brodo o dato vita, con quegli spunti, a tante altre opere e operine. Lei no, con garbo aristocratico, con apparente nonchalance, ci ha sempre regalato e ci regala il meglio.
La rivista Andersen renderà omaggio alla figura di Donatella Ziliotto nella giornata di venerdì 10 ottobre, presso la biblioteca De Amicis, dove è in programma un pomeriggio di formazione dedicato a Pippi Calzelunghe, intramontabile personaggio che Donatella Ziliotto contribuì a portare in Italia.
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