L'ARTICOLO DEL MESE/LA RIVISTA

Illustratrice di copertina: Júlia Sardà di Walter Fochesato

L’articolo del mese, pubblicato su Andersen n.427, è il ritratto che Walter Fochesato dedica come d’abitudine all’artista che firma la copertina, Júlia Sardà, già illustratrice di numerosi albi – sia come autrice completa che di testi altrui – a partire da Lo strambo trasloco della magione Miller. Una storia vera (L’ippocampo), titolo vincitore del Premio Andersen 2024 per la fascia 9/12 anni. Per sostenere la rivista Andersen, sottoscrivi un abbonamento o acquista la copia di novembre. 

Júlia Sardà ha già al suo attivo una vasta bibliografia. Nonostante l’ancor giovane età ha realizzato libri vuoi come autrice completa, vuoi come illustratrice di testi altrui, vuoi infine cimentandosi con alcuni classici della letteratura per l’infanzia: da Alice nel paese delle meraviglie Il Mago di Oz, da Charlie e la fabbrica di cioccolato Mary Poppins, giunto nel nostro paese nel 2018 grazie a Rizzoli. Proprio da quest’ultimo editore vorrei partire giacché nel 2020 pubblicò un albo singolare che subito attrasse la mia attenzione: Mary la ragazza che creò Frankenstein scritto da Linda Bailey. Vi si narra della genesi di uno dei capolavori della letteratura gotica. Scritto da Mary Shelley (1797 – 1851) e pubblicato nel 1818 dopo una sorta di sfida lanciata due anni prima, durante una notte di tregenda, da lord Byron. Attorno al fuoco di Villa Diodati in Svizzera si ritrovarono infatti il medico John Polidori (che scrisse Il Vampiro), la sorellastra di Mary, Claire Clairmont, e Shelley. L’albo mi sembra riassumere alla perfezione le forti doti narrative dell’autrice. Capace di ricostruire con fervida precisione un mondo di passioni e di intrighi amorosi e non, di esaltazioni e fughe, di incubi e ossessioni, di ribellioni e sogni. Orbene, non è certo questa la sede per sottolineare la straordinaria e intramontabile fortuna transmediale dell’opera. A dettar legge sono le doppie tavole tutte diverse fra di loro per tagli prospettici, talvolta arditi, in un crescendo di interni claustrofobici, cieli cupi sferzati dal vento dove cavalcano creature diaboliche, pulsioni mortifere, piogge torrenziali. D’altro canto, a causa della spaventosa eruzione vulcanica del Tambora in Indonesia in quel remoto 1816 non vi fu praticamente estate. Un albo da assaporare con lentezza per scoprire via via la trama finissima del rapporto con il testo. Un rapporto fatto ora di accenni lievi ora di soprassalti fra macabro e calibrati tocchi di irrisione.

Mary la ragazza che creò Frankenstein di Júlia Sardà (Rizzoli)

Qui già si dispiega, oserei dire trionfa, un fecondo, colto e composito universo figurativo che, parzialmente, avevo citato recensendo, nel numero 411 della nostra rivista, Lo strambo trasloco della magione Miller. Una storia vera (L’ippocampo), Premio Andersen 2024 per la fascia 9/12 anni. Storia divertente e intrigante, fra vecchio West dei pionieri, miniere d’argento, osteggiati allevamenti di maiali e indiscutibile fascino della lontana Europa. Il tratto ironico e incalzante dell’autrice indugia con tono affabile su personaggi, paesaggi e animali cavandone ripetute e saporose sottolineature che sornionamente giocano con la vicenda, raccontata con ribalda bravura da un finissimo scrittore come Dave Eggers. Citavo allora il russo Ivan Bilibin, Edmund Dulac e Kay Nielsen. Nomi che ritrovo anche in altre sue opere, evocati sempre in piena, garbata e consapevole autonomia.

Diverso è il caso di Madrina Morte (Gallucci, 2024) su testo di Sally Nicholls. Riprende una fiaba compresa nella raccolta dei Grimm ma, ferma l’ineluttabilità della morte dinnanzi alla quale ben poco può fare la tradizionale scaltrezza del classi subalterne, la Nicholls introduce significative varianti che la rendono ancor più beffarda e cupa. Un poverissimo pescatore, alla nascita del figlio, non avendo nulla da offrirgli in dono cerca un padrino. Rifiuta sia Dio che il Diavolo per poi accettare la proposta della Comare Secca. Júlia Sardà schiva il mondo tedesco per rifarsi alle stampe popolari russe, in primis, ma esplicitamente cita il celebre quadro di Arnold Böcklin “L’isola dei morti”, facendone una spiaggia spettrale con un mare di pece solcato da riflessi arancioni. Verde bottiglia, rosso carminio, bianco completano la ristrettissima palette dell’albo. Ad addolcire il tutto qualche misurata sottolineatura umoristica e la bellezza di tavole cristalline.

Il segreto del lupo (Gallucci)

La stessa misura che si palesa fin dalle preziose copertine goffrate o con leggeri rilievi di altri libri. Cito intanto i tre libri su testi di Myriam Dahman e Nicolas Digard, editi da Gallucci. Opere inquiete, talora inquietanti nelle quali la pulita eleganza della Sardà diventa fluente e passionale. Il segreto del lupo ci interroga ineffabilmente attorno al potere del canto femminile e all’amicizia, all’apparenza impossibile, fra un lupo e una fanciulla. Leina e il Signore dei rospi è invece una fiaba che, alludendo ad altre celebri narrazioni come Barbablù Il Gatto con stivali, ci regala una storia d’amore e di sconfitta del male che si cela in un’isola magica dove è facile perdersi. Vivissime le illustrazioni che combinano assieme paradossali distorsioni geometriche à la Escher e suggestioni che vanno dallo Jugendstil (par quasi di vedere il nostro Antonio Rubino) a Randolph Caldecott. Ricchissime e allusive le numerose cornici che riquadrano non poche immagini. Terzo titolo è La strega civetta, ambientato tra le creature del mare.

La strega nella torre (L’ippocampo)

Anche La strega della torre (L’ippocampo, 2025) ci riporta per più versi al mondo del fiabesco. Qui Sardà compare anche come autrice del testo e la piccola vicenda pone al centro l’insoddisfazione e la tristezza della piccola Carmela che si sente sola. Per questo, stretta fra due sorelle, una più grande di lei e l’altra più piccola, si allontana da casa e finisce in un torrione che ospita una strega sui generis, accogliente e pronta, passo dopo passo, a trasmettergli tutti i suoi segreti. Ovviamente una strega che non fa paura, ma che si rivelerà decisiva per lenire dolori e incomprensioni. A crescere, in ultima istanza. Secondo volume di una trilogia, iniziata con La regina nella grotta (2023), dedicata a Le Tre Sorelle (Franca, Tomasina e, appunto, Carmela). Le tavole sono straordinariamente ricche di coloratissime invenzioni grafiche, compresa una sfrenata danza di calaveras, e di piccoli particolari tutti da cercare pagina dopo pagina.

Per acquistare il numero di questo mese o abbonarvi alla rivista per tutto l’anno, visitate il nostro bookshop

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è banner-newsletter.gif