Miglior albo illustrato Premio Andersen 2018

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Maurizio A.C. Quarello
’45
Orecchio Acerbo

Per essere una semplice storia familiare che riesce, al tempo stesso, a rappresentare i valori più alti della Resistenza. Per saperci regalare un affresco dove i gesti e le cose della quotidianità diventano progetto, lotta e speranza. Per la pacata e umanissima poesia delle illustrazioni.

La recensione di Walter Fochesato su ANDERSEN 345 | settembre 2017
Tranne i titoli dei sei capitoli che scandiscono i mesi tragici ma esaltanti della Resistenza (Contro i tedeschi. I rastrellamenti. Verso la primavera. Contro i repubblichini. L’insurrezione. La liberazione.), in ‘45 tutto è affidato alla forza straordinaria delle immagini. Un casolare sulle colline del Monferrato, una famiglia contadina, le lunghe trepidanti attese di Maria per il marito, non più giovane, che si divide fra il lavoro dei campi e le azioni della bande partigiane che si fanno via via più audaci e incalzanti. E, ancora, il timore e al tempo stesso la prontezza di spirito dinnanzi alla presenza dei nazisti che battono le case alla ricerca dei ribelli, la tracotanza e la vigliaccheria dei repubblichini, i giorni della discesa verso la città con l’ordine insurrezionale, uno sguardo di pietà verso il nemico sconfitto, l’incontro con chi si pensava perduto, come il figlio alpino sul fronte russo. C’è una pacata e umanissima misura in questo albo e tutto nasce dai ricordi dei nonni (Maria e Maurizio), dall’essere stati, fra i tanti e senza esitazioni, dalla parte giusta. Ora il narrare procede misurato nelle attese e nei piccoli affettuosi gesti della quotidianità, ora conosce decisi passaggi verso l’azione concitata e lo scontro armato, con un preciso taglio che potremmo chiamare cinematografico. Ogni cosa è resa con precisione e tutto andrà letto con la necessaria e imprescindibile lentezza, assaporato, compreso e ricordato. Giacché la scelta di dimenticare o di far strame della memoria storica o, ancor peggio, di ridurla a mero rituale sta producendo dei mostri, com’era facile prevedere. In questo caso poi il silent book si mostra capace di mostrare il silenzio e le sue varie sfaccettature (l’attesa, la paura, la marcia nella notte, la tensione, l’agguato, la rabbia rattenuta) e ci sembra di entrare dentro a queste immagini, di coglierne prima i gesti, i sussurri, i bisbigli e poi gli spari, gli aerei in volo che sganciano il loro carico di distruzione (e – al contempo – in un’immagine di rara efficacia, il volo delle rondini in quella primavera di tanti anni fa). Una semplice storia familiare che, al tempo stesso, prende su di sé il peso di rappresentare tutta la Resistenza e i suoi altrettanto semplici ideali. 

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