L'ARTICOLO DEL MESE

Pescatori di sorrisi di Anna Pedemonte

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La Fondazione Theodora, e il suo esercito di clown Dottor Sogni, festeggiano i venti anni di impegno negli ospedali e nei reparti pediatrici italiani, con lo spettacolo Chapiteau tratto dal testo di Jean Leonard de Meuron.

Sì, ridere è una cosa seria. Lo sanno bene i Dottor Sogni, artisti professionisti formati dalla Fondazione Theodora che da vent’anni entrano in tanti ospedali e reparti pediatrici italiani per dare ai bambini ricoverati la fiducia che anche in quel “mondo a parte”, spesso ad alta sofferenza, si può ridere, giocare, sognare.
“Questo lavoro a noi cambia la vita e lo sguardo – dice Antonio Panella, Dottor Pelosone – ma non è facile condividere con altri la nostra esperienza e le nostre emozioni”. Proprio dal desiderio di trovare un linguaggio che possa  comunicare al pubblico in modo suggestivo ma profondo il mondo dei Dottor Sogni e della Fondazione Theodora è nato Chapiteau, uno spettacolo generato dall’incontro col testo omonimo di Jean Leonard de Meuron – sostenitore di Theodora svizzera – e illustrato da Veronique Peccaud. 

Al centro del palco una valigia da cui escono il tendone di un piccolo circo e i costumi dei suoi personaggi più classici: ci sono il domatore e il suo leone, l’uomo forzuto, la trapezista, ma la star dello spettacolo è il clown. Tutto procede con successo finchè il clown perde il naso rosso, una catastrofe! tutto il circo lo cerca disperatamente ma il naso proprio non si trova: il clown decide allora di partire per cercarlo e non tornerà più. Senza di lui però non funziona più nulla, lo spettacolo è un disastro, il leone si addormenta e la trapezista cade ed esce zoppicando, tristezza e lacrime inondano il circo rappresentate da un grande telo di cellophane che esce dal tendone e si allarga sul palco… finchè improvvisamente accanto ai personaggi in lacrime appare un palloncino bianco, una segno nuovo e inaspettato che riaccende la fiducia: il circo può riprendersi e ricominciare a vivere, accettando di attraversare cambiamenti e perdite. “Il percorso di costruzione è stato molto interessante – racconta Antonio Panella, uno degli artisti che partecipano alla realizzazione di Chapiteau – tramite il lavoro di sette Dottor Sogni si è lavorato sul percorso di evocazione e gioco arrivando a costruire uno spettacolo che anche nella messa in scena racconta lo stile che usiamo con i bambini e le bambine in ospedale. 

L’idea è aperta a tutti gli altri Dottori della Fondazione, pensando che una volta costruita la struttura chiunque lo desideri possa entrare in scena nello spettacolo, e a tale proposito già si sono creati due gruppi in grado di portare avanti questo lavoro in contemporanea”. Chapiteau ha debuttato lo scorso autunno a La Spezia, nel prossimo giugno verrà presentato a Montreux per festeggiare i vent’anni di Theodora Italia, e sarà ospite del festival di Lugano. La sua struttura “tascabile”, agile ed essenziale, gli permette di viaggiare leggero, in modo che altri Dottori Sogni lo possano fare proprio e comunicare il più ampiamente possibile il messaggio di Theodora. Uno spettacolo particolare dove le parole sono ridotte al minimo, tutto è agito col corpo con un gioco di travestimenti che più che descrivere evoca stati d’animo e situazioni, in una comunicazione immediata ed empatica che si avvicina molto al lavoro con i bambini. Ci può essere un lieto fine anche quando si deve attraversare un dolore, e vivere un perdita? Come il circo trova le risorse per una nuova partenza così ognuno può trovare in sé una chiave magica, dicono gli autori di Chapiteau, che senza negare il dolore permette di uscirne trasformandolo e di riconoscere che la vita continua.

“Lavorare con le piccole cose”, “togliere piuttosto che aggiungere”, “ascoltare le emozioni” sono frasi che ritornano spesso nelle parole di questi clown-dottori, artisti assunti e costantemente supportati dalla Fondazione Theodora con una formazione rigorosa e la garanzia di un appoggio psicologico per il carico di un lavoro tanto coinvolgente e motivante quanto emotivamente faticoso. Hanno nomi buffi e fantasiosi: ci sono il Dottor Strettoscopio e la dottoressa Bonsai, il Dottor Pelosone e la Dottoressa Farfalla: “Ho immaginato un nome nel quale anche l’immagine si potesse mangiare – racconta il Dottor Ragù in un’intervista – un misto di tanti ingredienti, anche visivi, come se il bambino potesse mangiare dei cibi immaginari”. 

Ogni clown ha il suo camice, pieno di disegni colorati e di tasche da cui escono giochi e peluches. Sì, perchè come ogni dottore vero anche questi hanno i loro assistenti: il maialino rosa della dottoressa Sofà – che a volte non esce dalla tasca del camice altre volte invece desidera essere visitato e curato dai bambini – o il drago Alfonso – un dispettoso drago verde che ha spesso bruciore di stomaco perche’ gli piace succhiare i piedi dei piccoli pazienti… – a volte aiutano a rompere il ghiaccio con i bambini. “Quando entriamo in una stanza cerchiamo di essere il più aperti possibile ad ascoltare le emozioni, perchè non sappiamo quale stato d’animo troveremo; proponiamo un gioco, ma se sentiamo un’atmosfera triste o arrabbiata cerchiamo di arrivare al bambino attraverso i genitori o i fratelli, oppure entra Ula la cangura, mia partner da dieci anni” racconta la dottoressa Bonsai. Medici per gioco e clown per davvero possono prescrivere una terapia di cinquanta grammi di baci al giorno lontano dai pasti o auscultare il battito del cuore nei piedi per poi dire che si sente solo odor di gorgonzola, ma non cercano la risata a tutti i costi: “Non arriviamo nelle stanze con la pretesa di far ridere – spiega il Dottor Pelosone – quello che conta è la relazione, capire che cosa serve in quel momento; ci sono stanze in cui ribalti il letto, ma perchè ci sta in quella situazione, non partiamo con un’idea prefissata. Non è uno spettacolo in corsia, è un incontro costruito ad hoc per ogni bambino”.

Dall’11 gennaio al 2 febbraio sarà possibile sostenere le attività della Fondazione Theodora attraverso la raccolta fondi Un sorriso per i bambini in ospedale. Per aderire e donare un piccolo contributo (2 euro da rete mobile e 5 euro da rete fissa) è sufficiente inviare un sms al numero 45505. Il ricavato della campagna, oltre a finanziare le visite dei Dottor Sogni, servirà a realizzare i corsi di formazione continua, il counseling psicologico periodico e la sterilizzazione delle attrezzature dei Dottor Sogni: camici, giocattoli, strumenti adatti al gioco con il bambino in ospedale.

Lo spettacolo itinerante Chapiteau, prodotto da Fondazione Theodora, vede alternarsi in scena i clown Arianna Marano,  Antonio Panella, Danila Fiorino, Delma Pompeo, Erica Rosso, Maria Paola Allegri, Sabrine Sofia. Per la regia di Arianna Marano e con le luci di Elisa Gandelli, le scene di Gabriella Salvaterra e i costumi di Eleonora Spezi (info su it.theodora.org/it).

[Questo articolo è apparso su Andersen 319, gennaio-febbraio 2015. Scopri il resto del numero qui]

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