Premio Andersen 2025: Le scelte della Giuria la quarantaquattresima edizione

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Di fronte all’iniquità e all’assenza del mondo adulto, l’infanzia narrata nei libri vincitori del Premio Andersen 2025 si misura con discriminazione e abbandono, incognite e incertezze, provando a costruire/costruirsi un futuro migliore. Insieme a Luvi, protagonista del romanzo di Stefan Boonen (Mondadori), spicchiamo un balzo di almeno cinque metri, per lasciarci alle spalle cattiveria e falsità. Pedinando un personaggio misterioso, protagonista dell’albo L’uomo con il cappotto verde del Miglior Scrittore dell’anno Davide Calì, seminiamo alberi per trasformare la città e renderla più a misura di bambino. Volgendo lo sguardo al passato, ci ritroviamo accanto a I sette fratelli Cervi, protagonisti del fumetto di Federico Attardo (BeccoGiallo), per alzare la testa contro ogni violenza e dittatura. Insieme a Kalief, protagonista dell’albo L’isola di Kalief (Orecchio Acerbo) illustrato dalla Miglior Illustratrice dell’anno Mara Cerri, ci ribelliamo alle mura di una prigione, alla “giustizia ingiusta”, con lo slancio utopico di una bambina che spicca il volo; e trascinati dalla giovane London,  – tra le indimenticabili protagoniste de Le degenerate di J. Albert Mann (Uovonero), romanzo ambientato nell’America degli Anni Venti del Novecento in una “scuola per deboli di mente” – ci troviamo a riflettere su norma e devianza, libertà e prigionia, e sul diritto a essere noi stessi.

Sfogliando le pagine dei titoli selezionati dalla giuria, attraverso la diversità dei linguaggi che li contraddistingue, incontriamo così personaggi, storie, sguardi che invitano ad affrontare l’esistenza e il nostro controverso presente con determinazione e coraggio, sguardo divergente e consapevolezza.

IL VIAGGIO DELLA CRESCITA

I quattro fratelli Tillerman – al centro del romanzo che inaugura il lungo ciclo firmato da Cynthia Voigt, nel primo volume oggi riproposto da Il Barbagianni – iniziano il loro viaggio da una condizione difficile, quasi impossibile: la madre li abbandona in un parcheggio di un centro commerciale. Hanno solo undici dollari, ma Dicey sa leggere le cartine geografiche e decide che partiranno “tutti insieme”, perché è così che viaggiano i Tillerman: sarà un itinerario lungo e avventuroso, durante il quale i quattro fratelli ridefiniscono sé stessi e la propria famiglia. Un viaggio di formazione, per certi aspetti, è al centro anche del Miglior albo illustrato: Grazie di Icinori (Orecchio Acerbo) – peraltro tradotto da Paolo Cesari, a cui viene assegnato quest’anno il Premio come Protagonista della Cultura per l’Infanzia – è un libro che celebra l’esistenza con infinita grazia, costruendo una narrazione di immagini – tra bussole per orientarsi, strade e rotaie che portano lontano, orizzonti e burrasche – che riesce a contenere la meraviglia del mondo.

Crescere, però, significa anche cambiare, spesso in modo imprevedibile. L’albo Se fossi Ugo di Sergio Olivotti e Giulia Pastorino (Corraini) narra il quotidiano incontro di un bambino con lo specchio, che la mattina gli restituisce un riflesso sempre nuovo, tra scarabocchi e tratteggi, puntini e ghirigori. Giocando con il segno grafico, gli autori narrano la fatica e la determinazione con la quale, tra tentativi ed errori, il giovane protagonista cerca di “risolvere l’enigma di sé”. Anche La principessa Nasona (Clichy), nell’albo scritto da Davide Calì e illustrato da Marianna Balducci, deve affrontare un improvviso cambiamento del corpo, arrivando ad affermare la propria unicità: magari tirando un dado, perché il nostro futuro non è già scritto e racchiude tanti possibili finali.

CREATURE NOTTURNE E SELVATICHE

Diventa grande, come Ugo e la principessa ribelle, anche il fratello maggiore di Celeste: i genitori decidono così di uscire per la prima volta da soli, affidandogli la cura della sorellina; dovrà metterla a dormire, raccontandole una storia. L’esecuzione del compito, narrato a due mani da Nikolaus Heidelbach e Ole Könnecke in Niente draghi per Celeste! (Beisler), si rivela più complessa del previsto: la piccola Celeste vuole un racconto di paura, ma spaventarla non è facile, e Boris ci proverà evocando enormi rospi e fantasmi, piante carnivore e statue viventi, in un susseguirsi di racconti immaginifici e sorprendenti.

Creature misteriose e selvatiche popolano gli audiolibri di Locomoctavia – a partire da Spiriti, streghe, briganti. Fiabe di Hauff o Storie di fantasmi per il dopocena di Jerome K. Jerome – e le pagine di alcuni altri titoli tra i vincitori di quest’anno. Primo fra tutti, Martin lo scheletro, romanzo estone di Triinu Laan, illustrato da Marja Liisa Plats (Sinnos), dove uno scheletro, da anni a servizio in una scuola, nell’aula di scienze, decide di andare in pensione, ritirandosi a vivere a casa di due vecchietti. La sua presenza è tacita e immobile, ma non priva di conseguenze, e diventa occasione per riflettere con leggerezza e profondità sulla vita e la morte. Il lupo dell’omonimo romanzo di Saša Stanišic (Iperborea) – vincitore del Premio alla Miglior traduzione, firmata da Claudia Valentini – è invece una creatura tra sogno e realtà, una bestia grossa, snella e grigia, con occhi gialli e respiro raschiante, attraverso la quale l’autore dà corpo e sostanza alla viltà che impedisce a un ragazzo di schierarsi a fianco di un amico vittima di bullismo. Dalla notte, in un’estate prodigiosa, emerge anche Gianni Barba (Orecchio Acerbo, testo di Alice Rohrwacher), piccolo volatile di cui si prendono cura due sorelle: una vicenda che prende forma nelle tavole di Mara Cerri, che narra con grande intensità il superamento della paura, ma anche l’incontro con il mistero della morte. Le scoperte di una bambina al calare del buio danno infine vita all’albo Notte magica di Sarah Cheveau (Fatatrac), le cui illustrazioni materiche creano un senso di attesa, mentre la giovane protagonista si addentra nella fitta vegetazione del bosco, imbattendosi in volpi, tassi, branchi di caprioli, fino all’incontro con una creatura straordinaria e inquietante, capace di realizzare desideri, in quello spazio magico dove si fondono realtà e immaginazione.

SGUARDI DIVERGENTI

L’incanto della notte è celebrato anche da Brevi lezioni di meraviglia di Rachel Carson (ill. di Elisa Talentino, Aboca), dove l’autrice racconta le inconsuete passeggiate nella natura insieme al nipote di pochi anni, anche durante una tempesta o nel buio notturno, con l’aiuto di una torcia. Questo breve testo della Carson – nota soprattutto per aver scritto Primavera silenziosa, denunciando l’uso dei pesticidi nei campi – è quasi un manifesto pedagogico: un invito a coltivare il senso di meraviglia, perché nell’infanzia “conoscere” non è “neanche lontanamente importante quanto sentire.” Diventa allora importante dare un nome a ciò che incontriamo, attingendo all’immaginazione, e osservare il prato da vicino, con una lente di ingrandimento. L’educazione a un pensiero divergente può affondare le sue radici già nei primi anni di vita, come ben dimostra il libro cartonato Il piccolo fienile rosso di Kim Crumrine, che accordandosi al progetto editoriale di Minibombo stupisce e diverte il piccolo lettore, giocando sull’effetto sorpresa: ciò che sembra piccolo, in realtà, può essere grande; basta cambiare punto di vista. E un oggetto vecchio? Possiamo soltanto buttarlo via? Roberta Barzaghi ed Emanuele Breveglieri raccontano la loro idea laboratoriale in Osserva, smonta, ricicla (Topipittori), un titolo di divulgazione che invita a svitare gli oggetti, staccandone pezzi e componenti, perché smontare non significa rompere, bensì capire e riutilizzare. Le fotografie di Giulia Bernardelli, trovando bellezza tra la moltitudine di viti, schede elettroniche e utensili da lavoro, contribuiscono a celebrare la bellezza del riciclo, giocando con forme e colori. Un tostapane, se osservato con attenzione, diventa occasione per scoprire materiali che arrivano da ogni parte del mondo; cavi, led e motori estratti da un oggetto possono rivelarsi utili per costruire nuovi apparecchi, in un’ottica creativa e di economia circolare. 

IL NOSTRO RAPPORTO CON IL PIANETA (IN BIANCO E NERO, SENZA PAROLE)

L’idea di sostenibilità alla base di Osserva, smonta, ricicla piacerebbe senza dubbio anche all’orso protagonista dell’albo senza parole Ö di Guridi (Kite), che decide di non andare in letargo, almeno per quest’inverno. Vuole godersi il paesaggio innevato, per lui inedito e straordinario, reso dall’illustratore sivigliano con suggestive tavole in bianco e nero, dove il colore entra solo come intruso, segnando la presenza invadente di un sacchetto di plastica. In bianco e nero è anche l’albo Undicesimo comandamento (Kite), illustrato da Tommaso Carozzi e scritto (senza parole) da Davide Calì, che punta lo sguardo sull’incapacità umana di gestire l’inatteso: un’invasione di balene, leggiadre ed innocue, che si librano in volo sopra una metropoli. L’esercito reagisce compiendo uno sterminio, ma l’undicesimo comandamento – riportato in quarta di copertina – è proprio questo: mai sfidare la natura. Un libro che in silenzio fa molto rumore; un albo dal taglio cinematografico e dal forte impegno civile. Lo stesso impegno che contraddistingue il fare di Paolo Cesari, Protagonista della Cultura per l’Infanzia, tanto nel lavoro editoriale quanto nella sua quotidiana e appassionata attività di disseminazione culturale, con uno sguardo sempre attento alle periferie culturali e geografiche.

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