Miglior libro 0/6 anni Premio Andersen 2017

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Philip Giordano
IL PINGUINO CHE AVEVA FREDDO
Lapis

Per l’incantevole freschezza delle grandi tavole a colori. Per l’accorta e mirabile costruzione delle immagini. Perché ci racconta con grazia e candore una storia per nulla banale attorno all’affermazione della propria diversità.

La recensione di Walter Fochesato su – ANDERSEN 340 (marzo 2017)
Forse e lo dico seriamente bisognerebbe indagare il motivo per cui da un po’ di anni a questa parte i pinguini godono di così tanto successo, editorialmente parlando. Gli albi si sono moltiplicati e non di rado con esiti di grande qualità. Poi, ed è quel che conta, piacciono irresistibilmente ai bambini. Qui poi, in questo albo dal formato grande grande, ritorna un tema che è già stato trattato altre volte, anche se la bravura di Giordano consiste proprio nel declinarlo in modo fresco e originale. Alludo al tema, presente fin nel titolo, del pinnipede che, soffrendo il freddo, decide di raggiungere terre più calde e accoglienti. Forse tutto risale a Pablo il pinguino freddoloso un divertentissimo cartone animato che la Walt Disney realizzò nel 1944, inserendolo ne I Tre Caballeros.
Giordano è un talentuoso illustratore e grafico, notissimo soprattutto a livello internazionale che, in Italia, è stato pubblicato anche da ZOOlibri, Topittori e White Star. Questo suo ultimo lavoro mi convince particolarmente. La dimensione prevalentemente bidimensionale delle tavole, la propensione alla geometrizzazione delle forme, l’uso accorto dei piani, tesi a creare nitidi effetti prospettici, la sapienza compositiva, l’incantevole freschezza coloristica: tutti elementi che contribuiscono a rendere quanto mai piacevole questo picture book. Aggiungo la cura con cui riesce a rendere le svolte della storia, sottolineando ad esempio, con limpida efficacia, il timore per il salto nelle acque gelide, con la grande parete a picco sul mare o, subito dopo, l’improvviso apparire sulla scena della balena. Quest’ultima è poi decisiva nella storia giacché invita Milo ad un viaggio verso una magnifica isola, calda e colorata, dove un saggio pappagallo gli regala una sciarpa fatta con le penne degli altri uccelli. Milo in questo modo, una volta ritornato sulla banchisa, non avrà più freddo. Accadrà anzi che il suo esempio venga seguito: anche altri infatti non amano tuffarsi nelle acque gelide. Concludendo, una bella riflessione attorno alla presa di coscienza della propria diversità. In tempi tristi di trucidume trumpiano e trumpista, serve anche questo.

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