L'ARTICOLO DEL MESE

ABC. Dalla A alla Z: suggestioni e parole chiave di Mara Pace

A di Animali Gli animali sono tra i protagonisti più amati dei libri per la prima infanzia. Le ragioni sono tante, a partire dal fatto che in un elefantino o in una lepre possono facilmente identificarsi tutti i bambini, a prescindere dal genere sessuale o dall’appartenenza etnica. Ancora più interessante, soprattutto per quanto riguarda piccoli animali come cani, topi o conigli (a partire dal celebre Peter Rabbit di Beatrix Potter), è la prospettiva: gli animali osservano infatti il mondo ad altezza di bambino; costringono l’adulto che scrive e l’illustratore che disegna a modificare il proprio sguardo, colmando così la grande (e inevitabile) distanza che li separa dai bambini che leggeranno il libro. Letture: Piccolo grande bubo di Beatrice Alemagna (Topipittori) e Grazie e buonanotte! di Patrick McDonnell (MottaJunior)

B di Buchi I libri coi buchi, amatissimi dai bimbi più piccoli, nascono negli anni Settanta insieme a una casa editrice italiana specializzata nella prima infanzia: la Coccinella. Mai passati di moda, i titoli della celebre collana sono stati esportati nel mondo e vengono costantemente ristampati. L’idea dei buchi, che invitano il bambino alla scoperta e a entrare nel libro con le sue piccole mani, usando il tatto e non soltanto la vista e l’udito, è stata declinata in tanti modi, come strumento narrativo o semplice gioco grafico, per costruire sorprese o per accendere la curiosità. Letture: Brucoverde di Giorgio Vanetti e Giovanna Mantegazza (Coccinella) e Chi ha mangiato l’animaletto di Hector Dexet (Franco Panini Ragazzi).

C di Cesto Tecnica ludica per bambini dai 6 ai 12 mesi studiata da Elinor Goldschmied, il cesto dei tesori può essere riproposto anche negli anni successivi con diverse modalità. Tra queste c’è la costruzione artigianale di un libro dove raccogliere le immagini fotografiche degli oggetti contenuti nel cesto: si aiuta così il bambino a riconoscere ciò che vede, ma allo stesso tempo gli si offre un esempio immediato della funzione del libro, oggetto speciale che riesce a contenere tutto ciò che lo circonda, evocando cose assenti e raccontando ciò che ancora non si conosce.   

D di Digitale Per tradurre un libro di carta (per la prima infanzia) in un libro digitale è quasi sempre necessaria la sua riscrittura, per slegarsi dalla linearità del libro cartaceo e per arricchire il testo di interazioni al confine con il gioco. Il bambino impara rapidamente il linguaggio del touch screen, tanto da lasciare a bocca aperta gli adulti, spesso disorientati davanti a questi strumenti, le cui reali potenzialità sono ancora tutte da scoprire. Tenendo conto dei dubbi sollevati da diverse ricerche scientifiche sul fronte dello sviluppo cognitivo e della salute (che effetti hanno le onde elettromagnetiche?), le parole chiave per l’uso del digitale nella prima infanzia sono due: moderazione del tempo trascorso davanti al monitor (meglio se con wifi e 3/4G disattivati) e mediazione dei contenuti, che l’adulto dovrebbe sempre selezionare e testare con particolare attenzione, visto che (al contrario del libro di carta) un libro digitale viene spesso utilizzato in totale autonomia anche dai più piccoli e non richiede la presenza attiva di un adulto. Letture: Forme in gioco di Silvia Borando (Minibombo) e Un gioco di Hervé Tullet (Franco Cosimo Panini Ragazzi)

E di Emozioni Attraverso la lettura, il bambino impara a dare un nome alle proprie emozioni. È una conquista importante, perché nominare ciò che non si può indicare con la mano apre le porte di un mondo nuovo: quello interiore. Anche nei libri per la prima infanzia, come nella letteratura in genere, il lettore scopre la gioia del riconoscimento (allora è questo che mi succede!) e la gioia della scoperta (allora è questo che capita agli altri!). Il bambino che impara a usare i libri per comprendere i sentimenti, probabilmente continuerà a farlo anche da adulto, riconoscendo nella letteratura uno strumento di crescita, cambiamento e incontro con l’altro. Letture: La rabbia di Mireille d’Allancé, Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak e Lacrime che volano via di Sabine De Greef (Babalibri).
 
F di Filastrocche Ancora prima dei libri cartonati, che il bambino comincia a sfogliare quando può sostenere il peso della testa e tenere eretto il busto, le voci dei genitori recitano per lui poesie e filastrocche. Per un piccolo di pochi mesi non conta tanto il significato delle parole quanto la loro ripetizione, il ritmo e la musica prodotte da chi recita il testo. Non a caso, fin dalla gravidanza, filastrocche e ninnenanne sono considerate le prime forme di comunicazione tra il bambino e i suoi genitori, che possono leggere per lui ancora prima di averlo incontrato. Nei primi mesi di vita le tiritere della tradizione o le rime di autori contemporanei si possono recitare accompagnando le parole in rima con gesti delle mani e movimenti del corpo, tenendo il bambino vicino a sé. Letture: An ghìn gò a cura di Emanuela Bussolati (Il Castoro) e Rime per le mani di Chiara Carminati (Franco Panini Ragazzi).

G di Gioco Il gioco è l’arte dei bambini, diceva Maria Lai. È un’attività che dà piacere, attraverso la quale il bambino esplora il mondo, apprende, entra in contatto con gli altri. Anche il libro per l’infanzia offre molte occasioni ludiche: per questa ragione si parla anche di libri-gioco (espressione peraltro scelta da Loredana Farina, tra i fondatori della casa editrice Coccinella, come titolo di un libro che racconta la sua lunga esperienza professionale). Le pagine di cartone possono trasformarsi in case, in piste per le macchinine, in palcoscenici di piccoli teatri; poi ci sono finestrelle che nascondono sorprese e linguette da tirare per animare i personaggi. A volte non servono nemmeno effetti speciali: esistono libri che invitano a giocare scuotendo le pagine, inclinandole o soffiandoci sopra, affidando all’immaginazione il compito di completare quanto viene suggerito dal testo e dalle immagini. Letture: Un libro di Hervé Tullet (Franco Panini Ragazzi), Con le orecchie di lupo di Eva Rasano (Bacchilega) e la serie Apri, trova, gioca (Il Castoro).

H di Ha ha ha Un bambino di due o tre anni ride quando nota una discrepanza tra la realtà che conosce e la realtà che gli viene proposta, come una mucca con gli stivali, un adulto che sbaglia un nome o un cucchiaino portato all’orecchio invece che alla bocca. Una volta appreso meglio il linguaggio, potrà capire i giochi linguistici e più avanti anche l’ironia. L’adulto, leggendo ad alta voce un libro divertente, può essere di grande aiuto nel far ridere il bambino, riproducendo le onomatopee e differenziando le espressioni, sempre con la consapevolezza che il senso dell’umorismo è estremamente soggettivo (anche per i bambini). Letture: Calzette di Matthieu Maudet (Babalibri) e Cacca pupù di Stephanie Blake (Babalibri)

I di Immagine L’apparato iconografico di un libro per lettori da zero a tre anni deve tener conto del proprio destinatario. Questo non vuol dire che le immagini debbano essere semplici e banali, tutt’altro. Ma devono essere facilmente leggibili, un risultato che si ottiene soltanto attraverso un lavoro attento e consapevole da parte dell’illustratore, fatto di rigore e creatività. La fotografia, ancora poco utilizzata in Italia, è in realtà utilissima con i bimbi più piccoli, non ancora in grado di comprendere una rappresentazione stilizzata della realtà. Letture: Facciamo le facce (Gribaudo), Ciccì coccò di Enzo Arnone e Bruno Munari (Corraini)

L di Lettura condivisa Un’altra particolarità dei libri per la prima infanzia è la presenza di un doppio destinatario: la coppia adulto-bambino, che attraverso la lettura (quanto più musicale possibile) costruisce una comunicazione “calda” fatta di gesti, suoni, contatto fisico, condividendo emozioni e sentimenti, dalla paura del buio a quella di restare soli. Il libro, per i bambini più piccoli, è soprattutto relazione. Deve perciò essere piacevole anche per chi legge ad alta voce. Può sembrare una missione impossibile, eppure adulto e bambino, tanto diversi a livello esperienziale, non lo sono così tanto quando si tratta di sentimenti archetipici. La paura è la stessa per adulti e bambini: cambia l’oggetto della paura ma non la sostanza, e lo stesso vale per la gioia, il senso di inadeguatezza, il timore dell’abbandono. Letture: Le mani di papà di Émile Jadoul (Babalibri), Urlo di mamma di Jutta Bauer (Salani)

M di Materiali La scelta dei materiali nella pubblicazione di un libro per la prima infanzia è un elemento cruciale, con un peso paragonabile alla scelta dei testi e delle illustrazioni. È prima di tutto una questione di sicurezza (angoli stondati, colori atossici), ma anche di usabilità: le pagine di cartone, per esempio, permettono al bambino di sfogliare il libro in autonomia, senza strapparle. È assai raro che uno scrittore di narrativa intervenga nella scelta della carta, ma nell’editoria zero-tre i materiali, le fustelle e le tecniche di stampa sono parte integrante del progetto creativo e aiutano a dare forma alle idee. Letture: Animali a mano di Teresa Porcella e Giulia Orecchia (Franco Panini Ragazzi), Trasformanatura di Agnese Baruzzi (Lapis) e Il piccolo bruco mai sazio di Eric Carle (Mondadori)

N di Neuroni Se n’è parlato durante l’ultima edizione di A Bi Book a Brescia: il nostro cervello non è predisposto per la lettura, ma vi si adatta “riciclando” neuroni prima destinati ad altre funzioni. Questo avviene attorno ai 5/6 anni, età consigliata per l’apprendimento della lettura. Prima di questo momento è dunque probabile che i “neuroni della lettura” siano utilizzati in altro modo; verosimilmente per il riconoscimento di oggetti e, soprattutto, volti. Tenendo conto di queste recenti acquisizioni scientifiche, sarà in futuro possibile studiare nuovi modi di progettare libri per la prima infanzia? Per approfondire: Nati sotto il segno dei libri di Luigi Paladin e Rita Valentino Merletti (Idest).

O di Oggetto transizionale Già a sei mesi di vita, quando il tempo della scuola è ancora molto lontano, il libro può essere un’esperienza coinvolgente e formativa. Sperimentando il piacere della lettura nella primissima infanzia, attraverso la condivisione con l’adulto, il bambino costruisce con l’oggetto-libro un rapporto di tipo affettivo, gettando le basi di un duraturo amore per la lettura. Il libro può persino diventare un oggetto transizionale, come il pupazzo più amato, che agli occhi del bambino rappresenta la mamma o più in generale la sicurezza, rafforzando così la costruzione di un legame destinato a proseguire ed evolvere nel tempo. Letture: Libro! di Kristine O’Connell George e Maggie Smith, Interlinea

P di Protostorie Più o meno a partire dai diciotto mesi, dopo i primi “libri di parole”, si possono introdurre le protostorie. Non si tratta di vere e proprie storie, ma di vicende dotate di un inizio e di una fine: un succedersi di eventi, spesso legati alla vita quotidiana, che può essere facilmente compreso dal bambino. Queste prime forme narrative costituiscono il ponte verso racconti veri e propri, e poi, a partire più o meno dai due anni e mezzo, verso forme narrative più complesse, come la fiaba. Letture: Lindo Porcello di Eric Battut (Bohem Press) e Come un grande! di Pierrick Bisinski (Babalibri).

Q come Quadro Le illustrazioni rappresentano una delle prime forme d’arte sperimentate dal bambino. Proporre immagini di qualità, per quanto semplici e leggibili anche da bambini di due o tre anni, vuol dire educare alla bellezza, abituando lo sguardo a non accontentarsi di immagini piatte e ripetitive. Un percorso educativo, quello dell’educazione all’immagine, che non dovrebbe interrompersi all’inizio della scuola primaria con l’introduzione della lettura; saper leggere le illustrazioni (o le fotografie) non è infatti meno importante di saper leggere le parole. Anzi, è bene ricordare che i libri senza parole possono essere molto complessi e che sono quasi sempre destinati a chi è già in grado di leggere un testo. Letture: Quando il sole si sveglia di Giovanna Zoboli e Philip Giordano (Topipittori) e Riccioli d’oro e i tre orsi di Xavier Deneux (La Margherita)

R di Ripetitività Quando il bambino lo domanda, non dovremmo mai stancarci di rileggere per lui lo stesso libro. Finché lo chiede, infatti, vuol dire che per lui tra quelle pagine c’è ancora qualcosa da scoprire. La ripetizione non deve essere vissuta come una mancanza di curiosità nei confronti del nuovo, ma come necessità di approfondire. Anche all’interno del libro stesso, la ripetizione (sia per quanto riguarda le parole ascoltate sia per quanto riguarda le immagini) ha un ruolo importante, consolatorio e rassicurante, quasi un’ancora alla quale aggrapparsi per navigare all’interno del libro senza timore di perdersi. Non bisogna perciò stupirsi quando un bambino rimprovera l’adulto che sbaglia le parole o che cerca di sostituirle con parole nuove: leggere il testo com’è scritto, sempre uguale a se stesso, renderà felice il bambino e allo stesso tempo gli farà capire che il libro è custode di parole precise. Letture: Il piccolo contadino di Jean Leroy e Matthieu Maudet (Babalibri), Sono io il più forte di Mario Ramos (Babalibri) e Dalla testa ai piedi di Eric Carle (La Margherita).

S di Serialità L’identificazione del bambino con il protagonista del libro è molto importante, tanto più se parliamo di prima infanzia. La serialità dei personaggi, da questo punto di vista, è di grande aiuto: facilita il riconoscimento e offre al bambino un contesto conosciuto all’interno del quale scoprire storie nuove: come un salvagente per affrontare il mare, o un amico fedele per coraggiose avventure. Letture: Orsoleo, il piccolo grande orso di Alberto Benevelli e Sophie Fatus (San Paolo); Pimpa – Buonanotte, luna! di Altan (Franco Cosimo Panini).

T di Tempo Il tempo, in un libro per la prima infanzia, è di solito un tempo breve, che rispetta la capacità di attenzione del bambino. Il ritmo delle parole, delle immagini e delle azioni deve perciò essere perfetto, affinché la chiusura del libro risulti convincente nonostante il poco spazio che la separa dall’incipit. Uscendo dalle pagine del libro, c’è anche un altro tempo, non meno importante: lo spazio prezioso che adulto e bambino si ritagliano all’interno della giornata per stare insieme e per condividere storie. Letture: Aspetta! di Antoinette Portis (Il Castoro); Sembra questo sembra quello di Maria Enrica Agostinelli (Salani)

U di Uuuuu Bang, bau, miao sono suoni da fumetto, ma anche da albo illustrato: un linguaggio affine alla prima infanzia, quando le sillabe non sono ancora parole. Le onomatopee danno ritmo, trasmettono emozioni e fanno ridere. Soprattutto quando vengono lette ad alta voce. Sono perciò fondamentali nei libri per i più piccoli, a cominciare dai versi degli animali, parte del vocabolario essenziale del bambino accanto a parole come mamma, papà e pappa. Letture: L’uccellino fa di Soledad Bravi (Babalibri), Lupo in versi di Eva Rasano e A caccia dell’orso di Michael Rosen e Helen Oxenbury (Mondadori)

V di Voce La voce materna è nota al bambino ancora prima di nascere. Se la mamma legge spesso ad alta voce una particolare filastrocca o canta una canzone, ripetendola ogni giorno, il bambino se ne ricorderà e una volta nato troverà conforto in quelle stesse rime o melodie. Le voci dei genitori e dei nonni rendono speciali i libri che si leggono insieme, perché non trasmettono soltanto contenuti, bensì amore e voglia di stare vicini. Condividere un libro è una dimostrazione d’affetto, non meno di un bacio o un abbraccio: un suono che culla ancora prima di raccontare. Letture: Tararì tararera di Emanuela Bussolati (Carthusia) e Mamma lingua di Bruno Tognolini (Il Castoro).

Z di Zzz Il momento di andare a dormire, per il bambino, si accompagna alla paura ancestrale di perdere se stesso. Per vincerla è importante costruire una ritualità del sonno, una sequenza di gesti che si ripetono sera dopo sera sempre uguali a se stessi. La lettura di un libro può avere un ruolo centrale nel rito della sera e, se scelto opportunamente, può offrire al bambino un rafforzamento dell’io, aiutandolo a costruire una fiducia di base nella permanenza degli oggetti e di se stesso. Un testo adatto ad accompagnare il bambino nel sonno potrà avere un ritmo lento, una monotonia dolce e piacevole, una ripetizione ritmica (quasi ipnotica) di immagini e parole. Letture: Goodnight Moon di Margaret Wise Brown e Clement Hurt (HarperCollins) e Buon viaggio, piccolino di Beatrice Alemagna (Topipittori). 

[L’illustrazione in alto è tratta dalla copertina di Tararì Tararera (Carthusia) di Emanuela Bussolati]