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Sulla traccia delle briciole di Walter Fochesato

hansel e gretel briciole

Hänsel e Gretel, illustrazioni di Heinrich Merté, 1881, in The Fairy Tales of the Brothers Grimm,Taschen, 2011.

Un piccolo pretesto per parlare di fiabe, cibo, simboli e cultura popolare: questo articolo di Walter Fochesato è uscito su Andersen n. 286 – novembre 2011. Sostieni la rivista Andersen con un abbonamento: da lunedì 18 a lunedì 25 maggio ricevi in omaggio in formato digitale il monografico dedicato al cibo (Andersen n. 304 – luglio/agosto 2013), oggi esaurito nella sua edizione cartacea. 

Il territorio delle tradizioni popolari e quindi della fiaba è per sua natura intricato, sfuggente, aperto ad ogni contaminazione, anche la più lontana e insospettabile. Per questo non gradisce troppo le asserzioni apodittiche o la eccessiva sicurezza. Meglio andar cauti e lenti e, dato che vorrei partire da due storie notturne per eccellenza, muoversi solo se la luna piena inonda il sentiero e ce lo rende, almeno in parte, nitido e sicuro.

Muovo perciò da Hänsel e Gretel e da Pollicino, due fiabe classiche fra le più note e comprese rispettivamente nella raccolta dei Grimm e in quella di Perrault. Leggo dalla prima, nella traduzione di Clara Bovero, Einaudi, 1951: “Poi si addormentarono e passò la sera, ma nessuno venne dai poveri bambini. Si svegliarono solo a notte fonda, e Hansel consolò la sorellina, dicendo: “Aspetta, Gretel, che sorga la luna: allora vedremo le briciole di pane che ho sparso; ci mostreranno la via di casa”. Quando sorse la luna, si alzarono, ma non trovarono più neanche una briciola: le avevano beccate i mille e mille uccellini, che volano per campi e boschi”.

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Per quanto riguarda la seconda, Collodi traduce il nome del protagonista in Puccettino (Firenze, Fratelli Paggi, 1875) e Yorick in Buchettino. Cito da quest’ultima versione (Milano, Corriere della Sera, 1891) con le stupende incisioni in gran formato dell’ineffabile Gustave Dorè: “Il povero Buchettino non sapeva più che pesci prendere; quando la mamma distribuì a tutti i bimbi un pezzo di pane a testa, per colazione. Lui allora pensò che si poteva servire del pane come dei sassolini, seminando le briciole lungo la strada per andare al bosco; e invece di mangiarla nascose in tasca la sua fetta di pan bianco. Il taglialegna e la moglie condussero i figliuoli nel più fitto e nel più oscuro della foresta: poi sul più bello, infilarono una scorciatoia, e scapparono ratti ratti. Buchettino non se ne fece ne in qua ne in là. Lui era sicuro del fatto suo: andar dietro ai bricciolini di pane seminati lungo la via, e ritrovare la direzione della casa. Ma figuratevi come si disperò, quando cerca ed indaga non gli fu possibile di ritrovare nemmeno un minuzzolo. Gli uccelli erano venuti giù dagli alberi, e li avevano mangiati tutti”.

buchettino briciole

Buchettino, illustrazione di Gustave Doré, in Charles Perrault, Il libro delle Fate, Milano,Tipografia del Corriere della Sera, 1891

Ricapitolando: i bambini si salvano quando sul sentiero lasciano i sassolini bianchi, indubbiamente utili e preziosi ma soltanto per quel preciso scopo. E ci sarebbe altresì da riflettere, almeno in Hänsel e Gretel, sulla presenza bonaria e protettiva della luna che indica la strada, facendoli ritornare a casa e mostrando “le pietruzze, che brillavano come monete nuove di zecca”. Ma non è questa la sede. Al contrario quando adoperano come segnali le briciole, ecco giungere la punizione: il perdersi nel folto del bosco, l’impossibilità di trovare una strada per tornare a casa, l’incontro con il Male.

Né questo significa che la briciola conti nulla, che sia un’inezia, un’entità trascurabile, un che di inutile. Tutt’altro. E un proverbio del Genovesato, quasi un ammonimento, un implicito consiglio, ce lo conferma: “A Madonna a l’è china da cavallo pe racchêugge ‘na fregoggia de pan” (La Madonna è scesa da cavallo per raccogliere una briciola di pane).
L’espressione è certo molto bella e intensa e par quasi tratta da un qualche vangelo apocrifo, fatta apposta per essere affrescata in qualche sperduto ciclo di affreschi di una valle alpina, in odore di eresia. Quasi a dire che nulla va sprecato, da un punto di vista alimentare. E tanto meno il pane, bene prezioso, alimento per eccellenza e dai molteplici e ricchi valori simbolici.
Si dice, nel Vangelo di Luca: “Prendete e mangiate. Questo è il mio corpo dato per voi”, e nell’Eucarestia Cristo prende e condivide il pane e vino. Non semplici prodotti della natura ma un frutto dell’uomo, della sua storia e della sua cultura.

pollicino briciole

Claude Lapointe per Pollicino, Charles Perrault,Trieste, Edizioni EL, 1974

A conferma di tutto ciò ci sarebbe ancora il fervido e diversificato uso che nella cucina popolare conoscevano proprio la mollica e le briciole. Basterà qualche esempio: dagli spaghetti con puntarelle e acciughe della cucina romana alla svariatissima serie delle migas o migajas della penisola iberica, dalla ben nota pasta ‘cca muddica del catanese alle sue versioni calabresi. Gian Luigi Beccarla nel suo bellissimo saggio Misticanze. Parole del gusto, linguaggi del cibo (Garzanti, 2009, pp. 236, euro 15,00) ci offre un affascinante seppur rapido compendio della presenza delle zuppe a base di pane raffermo (dal pancotto alla pappa con il pomodoro). Testimonianza esemplare di un mondo dove la fame e le condizioni di vita imponevano di non buttar via nulla.

Aggiungo, per concludere, un’altra testimonianza per più versi eloquente. Ne conoscevo già l’esistenza ma proprio recentemente, nel piccolo ma bel museo di storia contadina di Casa Osei in San Lorenzo in Banale (provincia di Trento) ho visto una sorta di tagliere in legno a cui era fissato un lungo coltello. Serviva per meglio affettare il pane raffermo. Orbene, su tre lati vi sono dei robusti bordi in legno il cui scopo era appunto quello di evitare la dispersione delle briciole.

Sostieni la rivista Andersen: sottoscrivi o rinnova un abbonamento e ricevi in omaggio il monografico dedicato al cibo e al suo immaginario, oggi esaurito nella sua edizione cartacea (Andersen n. 304 – luglio/agosto 2013). L’offerta è limitata nel tempo, maggiori informazioni nel bookshop.

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