Premio Andersen 2024: miglior libro di divulgazione la quarantatreesima edizione

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La camera buisssima di Elisa Lauzana e Irene Lazzarin, Quinto Quarto

Per un’educazione all’immagine viva e partecipata, dove il bagaglio del passato diventa strumento per leggere il presente. Per una grafica che dà forma al contenuto, per un testo che sa accogliere le voci e la creatività dei bambini, per un progetto editoriale autentico e originale, in dialogo con la dimensione del laboratorio.

La recensione di Mara Pace su Andersen n. 409 (gennaio – febbraio 2024):   

Mentre la fotografia si afferma come linguaggio nei libri per l’infanzia, inizia a popolarsi anche lo scaffale della divulgazione, per raccontare a bambini e ragazzi questo mezzo di espressione artistica. Dopo Guarda! di Joel Meyerowitz (Premio Andersen nel 2018 come Miglior libro di divulgazione) e Colpo d’occhio di Alessia Tagliaventi (sempre pubblicato da Contrasto, recensito su Andersen n.403), accogliamo l’uscita de La camera buisssima, pubblicato da Quinto Quarto, frutto di un percorso laboratoriale durato tre anni all’interno di una scuola primaria, a cura di Elisa Lazuana e Irene Lazzarin, specializzate in didattica dei linguaggi fotografici. I bambini che hanno partecipato alle attività in aula entrano anche tra le pagine del libro, con i loro progetti fotografici e le loro voci: domande, osservazioni e commenti che dialogano con il testo in forma di balloon, grazie alla vivace progettazione grafica di Nicola Leck, che contribuisce in modo determinante al carattere “dinamico” di questo titolo di divulgazione.
La camera buisssima, come suggerito dal titolo, prende il via dalla storia della tecnica, tornando indietro nel tempo, per raccontare la camera oscura di Canaletto, le lastre di rame di Niépce, la stampa su carta di Talbot e il successo dei dagherrotipi. Ma è un libro che si interroga anche sull’uso del mezzo fotografico, spaziando dalla ritrattistica al reportage di viaggio, dalla libera espressione artistica, alla documentazione della realtà: tra le pagine troviamo l’esperienza di Hine, che denunciò il lavoro minorile mostrando ciò che nessuno aveva ancora visto e contribuendo con l’impatto delle immagini al cambiamento. A prendere la parola, capitolo dopo capitolo, sono i protagonisti della storia della fotografia, che raccontano i propri desideri, le soluzioni trovate, i risultati. Ma non si tratta solo di ricostruire il passato, quanto di “viverlo” attraverso gli esperimenti e le attività proposte, per giungere infine a una riflessione sul linguaggio della fotografia e le infinite possibilità che offre.

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