LE RECENSIONI DI ANDERSEN

Albi e racconti illustrati che narrano l’alterità dell’infanzia

Lunedì 18 ottobre – Tra gli oltre trenta titoli recensiti su Andersen n.386, nello spazio “Vetrina” come sempre dedicato alle ultime novità editoriali, Walter Fochesato racconta Tricorno si restringe di Florence Parry Heide (trad. Paolo Maria Bonora, Bompiani 2021), racconto del 1971, illustrato da Edward Gorey e firmato dall’autrice delle preziose raccolte Storie per bambini perfetti e Favole a cui non badare troppo. Tricorno è un bambino e, come esplicitato nel titolo, si restringe, diventa sempre più piccolo, di giorno in giorno, anche se nessun adulto attorno a lui sembra farci caso.

Una storia certo divertente, scrive Walter Fochesato, ma soprattutto inquietante che diventa, altresì, una potente meteora sull’infanzia che viene costantemente trascurata quando non derisa. Si preferisce non vederne l’irriducibile alterità e ignorarne gli appelli e le domande.

A proposito dell’alterità dell’infanzia, già al centro dei precedenti titoli dell’autrice arrivati in Italia (sempre con Bompiani), Fochesato cita due grandi albi illustrati: Non rompere, Giovanni di David McKee (Emme edizioni 1980; e adesso Non ora, Bernardo, Mondadori) e Lupi nei muri di Neil Gaiman e Dave McKean (Mondadori, 2003).

Per accompagnare queste letture, vi proponiamo altri otto titoli che stanno dalla parte dei bambini.

In Gorilla di Anthony Browne (Orecchio Acerbo, 2017) incontriamo un padre assente, dal volto pallido e triste, che si nasconde dietro le pagine di un giornale e non ha tempo per fare nulla. Sua figlia Anna ama i gorilla, vorrebbe tanto vederne uno vero, ma il padre per il compleanno le regala soltanto un pupazzo. Un albo magistrale, come tutti i libri di Anthony Browne, che narra la tristezza di un’infanzia inascoltata, ma anche la forza dei desideri e della speranza.

Titù di Claudine Galea e Goele Dewanckel (trad. Francesca Lazzarato, 2021) è un albo del 2008, portato oggi in Italia da Orecchio Acerbo. Il protagonista ha sette anni, un bambino silenzioso circondato da adulti che vorrebbero sentire più spesso la sua voce. Ma “gli occhi dicono meglio delle bocche” pensa lui, “che bisogno c’è di parlare?” Le parole degli adulti, assordanti, impositive, invadono fisicamente le tavole illustrate, in contrasto con la poesia silenziosa di Titù. Il libro sarà recensito su uno dei prossimi numeri della rivista.

Stavo pensando di Sandol Stoddard, ill. Ivan Chermayeff (Topipittori, 2018) è un albo del 1960, tradotto nel 2018 da Bruno Tognolini, dove troviamo ancora una volta le parole degli adulti (categoriche e marcate da un carattere bold) che scandiscono i gesti necessari a uscire di casa al mattino. Ma il bambino non parla. “Io non ho detto nulla” dice la voce narrante, “stavo pensando”. E i pensieri hanno il ritmo e la delicatezza della poesia, contengono suoni e colori, il mondo dell’infanzia, di conchiglie, onde, grotte profonde, di crema e cioccolato. 

Anche ne lI posto segreto di Susanna Mattiangeli, ill. Felicita Sala (LupoGuido, 2019) la voce degli adulti è debole e lontana. Difficile afferrarne le parole mentre si disegna e si costruisce una piccola casa da condividere con uno Strano Animale. Un albo speciale, firmato da due autrici di recente Premio Andersen, che celebrano l’immaginazione dei bambini.

Ne La notte d Wolf Erlbruch (trad. Anna Zuliani, Edizioni E/O, 2006, fuori catalogo) l’alterità dell’infanzia emerge dal contrasto tra parole e immagini. Un padre viene trascinato per strada nel bel mezzo della notte da suo figlio Fons, che non riesce a prendere sonno. “La notte si dorme!” esclama l’uomo, che attorno a sé vede soltanto il buio. Gli occhi di Fons, però, come ci svela Erlbruch attraverso le illustrazioni, colgono tutte le stranezze e l’incanto della notte…

Ne Il paese degli elenchi di Cristina Bellemo, ill. di Andrea Antinori (Topipittori, 2021) l’impiegato comunale Fermo Sicurini trascorre le giornate a iscrivere la gente negli elenchi e rilasciare certificati, da quello per rammendatore di calzini bucati al guardiano dei fatti altrui. Un giorno, però, si presenta una classe di scuola dove i bambini non sono pronti ad accettare una sola definizione di se stessi.

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Posso essere tutto di Jerry Spinelli, ill. di Jimmy Liao (Camelozampa, 2020) è un catalogo di possibili risposte di bambino alla classica domanda degli adulti: che cosa farai da grande? Il piccolo protagonista sogna – usando le espressioni tradotte ad arte da Bruno Tognolini – di fare il bolla-scoppiatore o il calma-fratellaio, il cura-bestiolini e il ridi-coi-ranocchi. Le immagini di Jimmy Liao, gioiose e prive di quella vena malinconica che spesso le attraversa, narrano un’infanzia vitale che affronta l’esistenza in tutte le sue infinite possibilità.

Il libro della Stefi di Grazia Nidasio (Rizzoli, 2019) è una raccolta dei celebri fumetti apparsi sul Corriere dei Piccoli tra il 1976 e il 1992, dove la Stefi osserva il barboso e incomprensibile mondo dei grandi, pieno di contraddizioni, con lo sguardo limpido dell’infanzia. Un diario che non ha perso nulla della sua originale freschezza, una voce autentica e spassosa, con domande che pungono e idee che stupiscono. 

[Selezione a cura di Mara Pace] 

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